Se n’è andato praticamente in diretta tv, davanti alle telecamere ed ai microfoni. Dopo una intera vita trascorsa a chiederlo, Maurizio Costanzo, 84 anni di esistenza sul filo dell’etere, è andato a vedere di persona cosa c’é dietro l’angolo della vita.

La sua improvvisa scomparsa segna la fine di una stagione storica dell’etere, contrassegnata dal successo dell’emittenza privata. Una stagione caratterizzata dalla poliedrica capacità di giornalista e precursore di talk show di successo di Costanzo.
A dispetto dell’iniziale diploma di ragioniere, concretizzò a soli 18 anni, nel 1956, il sogno di diventare giornalista esordendo come cronista nel quotidiano romano Paese Sera.

E’ l’abbrivio di un crescente ed entusiasmante successo professionale e sociale che lo consacra autore originale, sue le parole di “E se telefonando” e soprattutto ideatore e conduttore geniale della trasmissione, “Bontà loro”, che inaugura l’avvento del talk show e segna il passaggio dell’Italia democristiana del dopo guerra e del boom economico al paese laico e liberale, dal bigottismo all’anticonformismo.
Sull’onda del successo nazional popolare diventa Direttore di quotidiani e di settimanali, intervistatore principe del Corriere della Sera e protagonista a vita del Maurizio Costanzo show trasmissione cult di Mediaset, ininterrottamente in onda da oltre 40 anni.
Vera pietra miliare della televisione italiana, per mezzo secolo Costanzo ha interpretato il ruolo di protagonista, maitre a penser , regista e “consigliori” della tv pubblica e privata, della stampa specializzata sulle vite televisive degli altri e sulla critica radiotelevisiva.
Amico del giudice Giovanni Falcone, spesso ospite nelle sue trasmissioni, Costanzo si impegnò come uomo e giornalista nella lotta contro la mafia, scampando miracolosamente ad un attentato dinamitardo il 14 maggio 1993 in via Ruggero Fauro, a Roma, all’uscita dal Teatro Parioli da dove andava in onda il Costanzo show.
