Trasporti baricentro quotidiano dell’Italia
Anime propulsive del sistema Paese, mobilità e trasporti rappresentano i quotidiani snodi essenziali dell’economia italiana. Un’economia che contemporaneamente cresce e cambia.
Le evoluzioni avvenute negli ultimi decenni impongono di valutare con spirito pragmatico l’efficacia delle politiche adottate finora per promuovere i trasporti sostenibili in Italia e in Europa, innovando alcuni strumenti d’intervento. ormai superati e definendo un nuovo paradigma per la mobilità sostenibile, più efficace e più compatibile con le dinamiche di sviluppo della produzione e dei consumi.
In un’economia che viaggia spedita e su mezzi sempre più hi-tech, occorre un cambio di passo. Anche in tema di strumenti che regolano la sostenibilià dei trasporti. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio presentato a Cernobbio in occasione del 4° Forum Internazionale di Conftrasporto.
Due pilastri della politica per i trasporti sostenibili degli ultimi decenni sono stati da un lato l’intervento sulla leva fiscale secondo il principio del “chi più inquina più paga”,dall’altro quello di favorire con regole e interventi infrastrutturali il trasporto via mare o rotaia, specie in aree particolarmente sensibili come le isole e i valichi di confine.
Ma mentre sul mare il cambio intermodale ha imboccato la rotta giusta – con i traffici dei mezzi rotabili, camion, rimorchi e semirimorchi, imbarcati sulle navi in aumento del +255% dal 2005 al 2017 – lungo i valichi alpini non é decollato, con risultati deludenti nel passaggio delle merci da gomma a rotaia. Mentre una ulteriore delicata problematica riguarda i collegamenti su gomma e i servizi di autolinee.
Sempre per la sostenibilità ambientale, all’autotrasporto si chiede di pagare, in termini di tassazione e pedaggi, il costo dell’inquinamento prodotto. Le accise sui carburanti pesano 62 centesimi al litro, e da quelle sul gasolio lo Stato incassa circa 20 miliardi di euro all’anno.
Ma ci sono difetti strutturali che comprimono la produttività sistemica dell’Italia e rendono il nostro paese meno competitivo. “Tra questi – afferma il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli– “ le carenze infrastrutturali del nostro Paese che ci fanno perdere circa 34 miliardi di euro all’anno, 2 punti di Pil”.
Per Sangalli “i nostri autotrasportatori subiscono la concorrenza sleale di operatori esteri e le nostre merci viaggiano più lentamente e con maggiori costi. Dunque, il nostro é un paese ancora largamente disconnesso, un paese che non é riuscito a far funzionare l’intermodalità. Senza, peraltro, far rispettare il principio ‘chi meno inquina meno paga’, principio che dovrebbe premiare con minori tasse chi usa veicoli più puliti, cosa che da noi, purtroppo, non avviene”.
Fonte: Italpress