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Non solo femminicidi ma anche infinite tragedie collaterali

Femminicidi e tragici contesti. Alla vigilia della Giornata Internazionale per il contrasto alla violenza sulle donne, il terribile assassinio di Giulia Cecchettin evidenzia l’abissale distanza fra gli impegni solenni, i proclami, i propositi annualmente manifestati e l’ininterrotta violenza delle aggressioni e degli omicidi.

Fra i vari aspetti criminali e psichiatrici, l’altra faccia dei femminicidi é quella relativa agli orfani. Una realtà tanto complessa quanto ancora sommersa. Centinaia di bambini e ragazzi precipitati in situazioni fortemente traumatiche, con la mamma che spesso viene uccisa dal padre davanti ai loro occhi.Non solo femminicidi ma anche infinite tragedie collaterali

Non ci sono stime ufficiali su quanti siano gli orfani delle vittime, ma é certo che le ferite che portano i figli che sopravvivono a questi orrori sono indelebili.

Alcuni orfani hanno cercato di cancellare la figura del padre assassino, come ad esempio la figlia di Salvatore Parolisi, che aveva poco più di un anno quando il padre uccise con 30 coltellate sua madre Melania Rea. Oggi quella bambina è cresciuta e ha ottenuto di poter cambiare il suo cognome da Parolisi a Rea.

Un caso emblematico che rappresenta tutti i numerosi figli e figlie che hanno rifiutato il cognome paterno e portano esclusivamente quello materno.

Definiti “orfani speciali”, sono di fatto doppiamente orfani, perché la perdita della madre per mano del padre significa anche che l’altro genitore non ha più contatti con i bambini e questi divenuti maggiorenni e consapevoli dell’accaduto quasi sempre non vogliono più vederli.Non solo femminicidi ma anche infinite tragedie collaterali

Secondo i dati resi noti in occasione della giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, complessivamente sono in tutto 417 i casi di orfani delle vittime di femminicidio, assistiti da varie associazione di volontariato di sostegno psicologico ed accompagnamento familiare. Sostegno essenziale per mitigare il devastante impatto psicologico che inevitabilmente influisce negativamente sulla loro sfera emotiva e relazionale.

Le conseguenze psicologiche – evidenziano gli psicologi – creano una vera e propria sindrome denominata ‘child traumatic grief’. Con i minori, che sopraffatti dalla sofferenza e dalla reazione al trauma, diventano incapaci di elaborare il lutto e si trovano intrappolati in uno stato di dolore cronico.

Dati allarmanti e preoccupanti, soprattutto se messi in relazione alla constatazione che in Italia viene uccisa una donna ogni 3 giorni. Un’emergenza fino adesso affrontata con proclami e interventi legislativi destinanti ad incidere quanto le grida manzoniane, ma senza una specifica programmazione culturale e scolastica, coadiuvata da una capillare assistenza psicologica.Non solo femminicidi ma anche infinite tragedie collaterali

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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