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Ostilità letterarie: Pirandello contro Grazia Deledda

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni

I cardini del pensiero Socrate Buddha Confucio Gesù

by  Antonino Cangemi

Pochi i Nobel per la letteratura in Italia e tra di loro più di una ostilità e malcelate rivalità. Se Quasimodo e Montale non si amarono, nessuna simpatia vi fu tra Grazia Deledda e Pirandello.Ostilità letterarie Pirandello contro Grazia Deledda

 La Deledda – di cui il 27 settembre ricorre l’anniversario dei 150 anni della nascita – ricevette il Nobel nel 1927, seppure riferito all’anno precedente quando non fu assegnato per mancanza di candidati idonei; Pirandello nel 1934, troppo tardi per le sue legittime aspirazioni. Ma il dissidio tra i due non chiama in causa il massimo riconoscimento internazionale dell’Accademia di Svezia, per quanto Pirandello non risulti abbia esultato (tutt’altro) all’annuncio del premio alla scrittrice sarda e la Deledda cercò di opporsi alla sua assegnazione al drammaturgo agrigentino.

Il motivo della discordia è da cercare in altro e rinvia ad anni in cui il Nobel, per l’una e per l’altro, era ancora lontano.

Pirandello e la Deledda s’incontrarono per la prima volta presso il salotto romano di via del Corso dove si riunivano i redattori e collaboratori della rivista “Nuova Antologia” e con loro gli esponenti della migliore intellighenzia del tempo.

L’autore di “Sei personaggi in cerca d’autore” fu colpito più che dalla Deledda dal marito, Palmiro Madesani, che le faceva da segretario. Grazia Deledda conobbe Palmiro Madesani a Cagliari alla fine del 1899. Dopo pochi mesi convolarono a nozze (la cerimonia fu celebrata a Nuoro) e andarono a vivere a Roma.Ostilità letterarie Pirandello contro Grazia Deledda

Palmiro Madesani, funzionario del ministero delle Finanze originario di un paesino del mantovano, lasciò la pubblica amministrazione e divenne l’agente letterario della moglie. E le fu tanto devoto da essere chiamato maliziosamente, negli ambienti letterari, Grazio Deleddo.

Nel 1908 Pirandello annuncia al suo amico Ugo Ojetti, in una delle tante lettere speditegli, che invierà a Treves un romanzo dal titolo “Suo marito” che prende spunto dalla figura del consorte della Deledda: “Sono partito dal marito di Grazia Deledda. Lo conosci? Un capolavoro, Ugo mio, dico il marito di Grazia Deledda – intendiamoci..”.

 Un salto più avanti nel tempo e nel 1911 giunge a Pirandello il garbato rifiuto di Treves. Che, con palese imbarazzo, si trincera dietro il pretesto dell’infelice situazione coniugale di Pirandello che dalle trame del romanzo poteva sottintendersi. Pirandello incassa il colpo quasi sicuro che a sferrarglielo sia stato non tanto Treves ma la Deledda, anch’essa autrice della prestigiosa casa editrice milanese. Così infatti scrive a Ojetti: “Evidentemente la D.dda, la quale ha saputo dell’invio da un giornale di Roma che mi ha ‘intervistato’ è corsa al riparo da Treves”. Incassa ma non demorde. Corre ai ripari e va in cerca di un altro editore. Lo trova nel fiorentino Attilio Quattrini, che pubblica il romanzo lo stesso anno. Esaurite le vendite però “Suo marito” non vedrà altre ristampe. Come mai? Timore di una coda giudiziaria minacciata da Grazia Deledda che non gradì per nulla quel romanzo?

Ostilità letterarie Pirandello contro Grazia Deledda
Maria Grazie Deledda e il marito Palmiro Madesani

 D’altra parte, leggendo “Suo marito”, il riferimento al rapporto coniugale della famiglia Madesani non poteva sfuggire a chi frequentava i salotti letterari.

Del romanzo sono protagonisti Giustino Boggiolo, un grigio burocrate settentrionale, e la moglie, la talentuosa scrittrice tarantina Silvia Roncella, di cui il marito è il factotum letterario. Vittime delle parti costretti a recitare, dopo il successo della scrittrice, il loro matrimonio, dapprima fortunato, naufraga nell’infelicità fino alla separazione.

Vero è che il Madesani è solo uno spunto per un romanzo – sopravvalutato dall’autore – che ha di mira gli ambienti letterari, ma è pure vero che, nel tratteggiare Giustino Boggiolo e la sua relazione coniugale, Pirandello sfoggia quell’umorismo parente nobile della comicità da lui teorizzato e chiave, tra le altre, della sua poetica.Ostilità letterarie Pirandello contro Grazia Deledda

Ma come si spiega un comportamento così poco signorile da parte di Pirandello nei confronti della Deledda? Solo rivalità tra due scrittori di primo piano o vi è qualcosa di più e di diverso?

Per capirlo occorrerebbe uno psicanalista, e un medico dell’anima avrebbe campo aperto e sterminato nell’indagare tra le pieghe della psicologia di un uomo complicatissimo quale fu Pirandello.

Di sicuro s’interrogherebbe sulla correlazione tra le avversità del suo sofferto matrimonio con Antonietta Portulano e la serenità coniugale della coppia Deledda-Madesani. Non solo, approfondirebbe anche la mentalità ligia alla tradizione del letterato siciliano contrastante con un rapporto – sui generis, soprattutto all’epoca – in cui a dettare legge è la moglie e non il marito, assecondato ai suoi voleri.Ostilità letterarie Pirandello contro Grazia Deledda

Pirandello riprenderà il romanzo e ne riscriverà i primi quattro capitoli cambiandogli il titolo in “Giustino Roncella nato Boggiolo”. Ma non farà in tempo a concluderlo e a consegnarlo alla stampa. La signora in nero che tutti e tutto livella, lo stesso anno (1936), a distanza di pochi mesi, rapirà prima Grazia Deledda, il 15 agosto, poi Pirandello, il 10 dicembre, ponendo fine alle ostilità.Ostilità letterarie Pirandello contro Grazia Deledda

 

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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