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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Augusto Cavadi
Otto marzo e dintorni. E’ possibile parlare ai giovanissimi di temi delicati adottando alcuni dei loro linguaggi? Il filosofo Lorenzo Gasparrini e la fumettista Cristina Portolano ci hanno provato – e con risultati apprezzabili – nel loro I ragazzi possono essere femministi? Tutto quello che i maschi avrebbero sempre voluto sapere (ma non hanno mai osato chiedere), Settenove, Cagli 2023.
Sin dall’inizio viene chiarito che “femminismo oggi significa fare qualcosa contro le disparità provocate da valori sociali discriminatori” e, in questa accezione, esso va declinato al plurale: ci sono infatti tanti femminismi quanti sono i movimenti che reclamano il diritto alle differenze individuali in un quadro di uguaglianza di opportunità. Se così intesi, i femminismi – che hanno visto all’inizio l’esclusivo protagonismo delle donne – sono oggi caratterizzati dalla partecipazione anche di soggetti maschili, disposti ad allearsi con le donne in lotta senza voler sostituirsi a nessuna.
Sullo sfondo delle grandi tematiche gli autori incidono domande più definite e concrete: “che differenza c’è tra sesso, genere e orientamento?” “A molte ragazze non piace più essere corteggiate, questo non è colpa del femminismo?” “Ma esistono i lavori per uomini e i lavori per donne?” “ma davvero devo chiedere il consenso per qualsiasi cosa voglio fare con una ragazza?” “Come faccio a sapere qual è il modo più rispettoso per conoscere persone diverse?” Cos’è “l’intersezionalità” ? “Forza” e “violenza” sono sinonimi? “In televisione vedo molte ragazze e donne poco vestite, perché poi si lamentano di subire violenze e molestie?” “Perché non posso dire a una che è brutta? Si vede, mica è un segreto!” Si ripete spesso che bisogna liberarsi dagli stereotipi, dai luoghi comuni: ma ci crederebbero in tanti se non fossero veri?
Da questi interrogativi, scelti quasi a caso per esemplificare i contenuti del libro, se ne evince la portata pedagogico-didattica. Sarebbe però riduttivo ritenere che lettori e lettrici adulti/e, se del tutto ignari/e di queste problematiche etiche e politiche, non possano trarne altrettanto giovamento. Forse la fruizione ottimale sarebbe in assetto familiare, con genitori e figli che insieme leggano, commentino, decidano migliorie nella divisione dei compiti domestici: risparmierebbero la noia di una delle tante sere con il telecomando in mano in cerca di qualcosa di decente e, soprattutto, imparerebbero che ancor oggi sul pianeta esistono molti modelli di coppia (oltre il modello cristiano-borghese dominante, sia pur solo in teoria, in Occidente)