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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
Editoria & cinema, alba e tramonto della saga dei Rizzoli nel romanzo d’esordio di Chiara Bianchi. Nelle 480 pagine de “Il canto della fortuna” (Salani editore) viene ripercorsa la straordinaria vita di Angelo Rizzoli, dall’orfanotrofio Martinitt alla creazione di un impero imprenditoriale, tra editoria e grande cinema.
Le passioni, le vittorie e le sconfitte, non solo economiche ma anche umane di una delle più importanti dinastie italiane, partita dalla miseria più nera e diventata tra le più ricche e potenti, per poi precipitare nel gorgo della P2.

Chiara Bianchi, nata a Taranto, una laurea in Lettere, editor freelance a Berlino, intreccia la Rizzoli story con le vicende Paese. A cominciare dalla Milano della fine Ottocento dove, quando varca per la prima volta la soglia dell’orfanotrofio, Angelo Rizzoli ha otto anni. Indossa un maglione più grande di un paio di misure e delle scarpe da adulto che lo fanno camminare come una papera. “Una vita di stenti” scrive il funzionario che lo registra sulla scheda d’ammissione. Povero tra i poveri, il futuro Cummenda prende la licenza elementare e trova lavoro in una tipografia. E’ l’inizio di un’inarrestabile scalata.
