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No al voto subito: liberi tutti di D’Alema

Pubblichiamo l’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia dall’editorialista Peppino CaldarolaNo al voto subito                 Pd sull’orlo della scissione

Si naviga a vista, fra la nebbia di una politica che a tratti sembra non comprendere più gli interessi del Paese. Paradossalmente invece dell’accordo per una equanime legge che armonizzi l’elezione di Camera Senato, l’incostituzionalità di alcuni articoli dell’Italicum, sancita dalla Consulta, ha irrazionalmente accelerato la corsa verso elezioni anticipate.

Una sorta di partito trasversale del voto subito, al quale concorrono forze politiche con interessi totalmente contrapposti, anche a costo di scissioni interne.

“La scissione nel Pd non è mai stata così vicina. Massimo D’Alema è stato chiaro. Quel suo “tenetevi pronti” rivolto ai militanti dice che i margini per evitare la rottura sono molto sottili” commenta l’ editorialista  Peppino Caldarola.

  • No al voto subito peppino caldarolaScissione Pd inevitabile?

“Tra Renzi e la minoranza interna é in atto un vero e proprio braccio di ferro su tre punti: elezioni anticipate, congresso, formazione delle liste.  D’Alema non vuole il voto anticipato, vuole il congresso, non accetta l’emarginazione della sinistra nelle prossime liste elettorali.

Anche Renzi è stato chiaro: vuole le elezioni antipate, non vuole il congresso, sembra voler far fuori dalle liste la sinistra interna. Se uno dei due non cambia posizione la scissione è inevitabile.”

  • Listoni o grandi coalizioni ?

“Se la legge elettorale con cui si voterà sarà quella delineata dalla sentenza della Consulta il partito che vuole raggiungere il 40% deve inglobare dentro di sé altre componenti. Questo vale per Grillo e vale per il Pd. Grillo non ha intenzione di inglobare nulla. Il Pd poteva immaginare una grande alleanza  da Alfano a Pisapia. Entrambi però hanno negato di essere interessati a un simile progetto.

D’altra parte un progetto che nascesse solo per fermare Grillo aiuterebbe  il Movimento 5 stelle perché il listone apparirebbe come un partito dell’establishment. Quindi è assai probabile che il Pd, se non si scinderà, farà alleanze limitate o verso sinistra o verso il centro, puntando le chance di governo sul dopo voto. Esattamente come farà Grillo con Salvini”No al voto subito D'Alema Renzi

  • Elezioni entro giugno o scivoleranno al 2018?

“I margini per votare a giugno sono molto stretti. Per assicurare la governabilità il presidente Mattarella ha ribadito la necessità che le leggi elettorali per Camera e Senato siano omogenee. Oggi non lo sono. Il paese ha altre urgenze, come ad esempio il post-terremoto. Si può andare a votare se Gentiloni si dimettesse, per onorare il patto con Renzi. Ma il premier farebbe una pessima figura. Una dignitosa carriera politica sarebbe distrutta per un gesto non istituzionale e di pura obbedienza a un capo partito. Se prevarrà la ragione si voterà nel 2018.”

  • Prospettive del Governo Gentiloni fra l’incudine della difficile situazione economica e il martello del segretario Pd?

“Se Gentiloni non cederà alle pressioni di Renzi il governo ha molto da fare. In primo luogo per la situazione economica che resta ancora molto grave. L’ultimatum dell’Europa è un inciampo molto serio. Il Premier  si ritrova fra Renzi, che per ragioni elettorali spinge alla rottura con l’Europa e il ministro dell’economia Padoan che non condivide affatto la deriva anti-europeista” 

  • Ma il Pd è pronto a seguire Renzi?

“Difficile dirlo, perché nessuno sa con certezza che cosa sia diventato il Pd. In molte parti d’Italia è ancora un partito vero, ma in altre parti invece è dominato da signorotti locali. Nel Sud è praticamente tutto così.  Se poi alle scelte di Renzi seguisse una scissione, il partito che resta, interamente renzizzato, sarebbe un normale partito moderato e molti voti di sinistra andrebbero altrove.”

  • Centristi pomo della discordia o asse della bilancia?

“Se riusciranno a produrre un soggetto politico unitario possono essere ago della bilancia. Nel prossimo Parlamento la sinistra da sola, nelle sue varie incarnazioni, può fare poco e ha bisogno di alleati.”

  • Il nuovo rinvio a giudizio di Berlusconi quando inciderà nel centrodestra, con Salvini e la Meloni all’arrenbagio?

“Per Berlusconi è una tegola seria, ma il vero rischio rappresentato da Salvini e Meloni è che sono giovani e Berlusconi non lo è, e poi nel fatto che Berlusconi ha da tempo un linguaggio prudente mentre Salvini e Meloni gareggiano con Grillo. Le tendenze elettorali in quasi tutti i paesi premiano le aree più radicali. Tuttavia il brand Berlusconi è ancora molto forte, qualunque sarà l’esito del nuovo round giudiziario.”

  • Effetto Raggi sui Cinque Stelle?

Virginia Raggi è una maledizione per i Cinque Stelle: si è rivelata al di sotto di ogni pessimistica aspettativa e la sua situazione giudiziaria mette in difficoltà il movimento, ma non al punto di far perdere suffragi. C’è una parte importante dell’elettorato che vuole dare un calcio negli stinchi alla vecchia politica e non si farà fermare dalle vicende della sindaca di Roma.”

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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