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Quaresima l’archelogia teologica che sfida il web

Cuore & Batticuore   

Rubrica settimanale di posta. Sentimenti passioni amori e disamori. Storie di vita e vicende vissute

Quaresima l'archelogia teologica che sfida il web

by Augusto Cavadi

La maggior parte degli italiani, probabilmente, non lo sa: ma da qualche settimana, e per qualche settimana ancora sino a Pasqua, secondo il calendario della Chiesa cattolica siamo in Quaresima.

Soltanto un pallido residuo culturale di un passato ormai irrecuperabile?

Indubbiamente per molti di noi la suggestiva celebrazione del Mercoledì delle Ceneri con cui si apre la Quaresima è un ricordo più o meno lontano; tanti giovani, poi,  non hanno idea neppure di che si tratti. Questo portato della secolarizzazione è un dato positivo?

Non si può negare che il rito ufficiale, incentrato sul monito “Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai”, abbia una sua valenza pedagogica. Nell’era del salutismo eretto a nuova ascesi, della chirurgia estetica elevata a nuova religione, dei progetti scientifici e para-scientifici di immortalità terrestre, farebbe bene ricordarsi della nostra fragilità costitutiva. Quaresima l'archelogia teologica che sfida il web

Essere mortali significa che il momento del decesso è differibile, ma ineluttabile. L’umiltà autentica è esattamente questo: consapevolezza di essere impastati di humus, di terra. Ed essa – indipendentemente dalle proprie convinzioni religiose – potrebbe renderci meno attaccati alla proprietà, al potere, al successo, alla carriera e più propensi alla solidarietà verso chi soffre perché malato o disoccupato o migrante o emarginato.

Tutto ciò è vero, ma è la metà della verità.

Anche l’astrofisica contemporanea ci insegna che siamo letteralmente, non metaforicamente,  polvere: ma polvere di… stelle.

Nel nostro corpo gli atomi di idrogeno sono antichi quanto il Big Bang, gli altri atomi (l’ossigeno che respiriamo, il ferro del nostro sangue, il calcio del nostro scheletro, il fosforo del nostro cervello…) si sono formati in seguito all’esplosione di  megastelle, le supernove,  più antiche del nostro sole attuale.Quaresima l'archelogia teologica che sfida il web

Come scrive il poeta Ernesto Cardenal, “siamo idrogeno che contempla idrogeno”.

Questi dati oggettivi, incontestabili, dovrebbero riempirci di orgoglio o, per lo meno, di ammirato stupore. Molta teologia contemporanea sta cercando di recepire queste nuove acquisizioni scientifiche per recuperare un ritardo bimillenario: duemila anni di diffidenza verso la materia, di mortificazione del corpo, di deprezzamento della natura.

Da qui la valorizzazione della nostra familiarità con le montagne, con le acque, con le foreste, con gli altri animali…Insomma, la convinzione che non può avere Dio per padre chi non abbia la Terra per madre.

Papa Francesco ha provato ad aprire un sentiero con la sua enciclica Laudato sii, ma – come avviene di solito per i documenti pontifici –  è stata tanto più citata quanto meno letta.

Sarebbe bello che di queste prospettive, in contro-tendenza rispetto alla retorica della condizione terrena come “esilio dal cielo” e “valle di lacrime”, arrivasse qualche eco nelle nostre chiese.

Sarebbe bello che la polvere sul capo dei fedeli, senza cessare di essere invito alla consapevolezza realistica della nostra finitudine, diventasse il simbolo della nostra dignità di figli del cosmo e della nostra responsabilità etica  verso ogni vivente.Quaresima l'archelogia teologica che sfida il web

Soprattutto nel Meridione italiano (ma non esclusivamente, come testimonia la partecipazione mondiale alla giornata di protesta del 15 marzo) questo implicherebbe una spinta preziosa a tutta la società sinora troppo pigra nella lotta all’inquinamento, nella difesa del territorio, nella denunzia dell’abusivismo, nella cura degli spazi pubblici.

Una rivalutazione della ‘sacralità’ intrinseca della Terra consentirebbe di avere meno cataste di rifiuti agli angoli delle strade, senza dover necessariamente scoraggiare i cittadini più incivili erigendo statuine di Madonne, Padri Pii e Sante Rosalie.

www.augustocavadi.com

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zerozeronewsAltro che quaranta giorni nel deserto, altro che rinunce e respingimento delle  tentazioni, come Gesù Cristo…                              I miracoli contemporanei consistono ormai nello sporadico spegnimento dei cellulari durante le funzioni religiose e talvolta persino durante i concerti…Ma il concetto di quaresima, intesa come autoanalisi della coscienza, come riflessione, perdono e assunzione di responsabilità, è sempre valido e esemplarmente da seguire. L’interrogativo è come: siamo già alla Quaresima digitale o è uno degli infiniti  trompe-l’œil  del web?

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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