Lunedì post regionali amaro per Matteo Salvini, con un persistente retrogusto di sconfitta, molto diverso dai tanti lunedì elettorali vittoriosi e tracotanti dei mesi precedenti.
Una sconfitta delineata fin dalle prime proiezioni a urne chiuse: Pd e Governo escono rinsaldati dal voto di Bologna e dell’Emilia Romagna. In Calabria resuscita Forza Italia e vince a valanga una fedelissima di Berlusconi, Jole Santelli. De profundis imbarazzante per i Cinque Stelle, letteralmente azzerati e scomparsi dalla scena politica delle due regioni, mentre Salvini resta a mani vuote.
Sospinta dalla forte affluenza, superiore a quella delle europee, e dal notevole apporto del movimento delle Sardine, la coalizione di centrosinistra ha respinto più agevolmente del previsto l’arrembaggio della Lega e in particolare di Matteo Salvini, la cui spasmodica onnipresenza in campagna elettorale ha finito per mettere in secondo piano la candidata Lucia Borgonzoni, facendole perdere appeal e credibilità.

L’elettorato ha respinto l’esplicito appello al referendum a favore del leader della Lega ed ha votato per l’unico candidato che ha dimostrato di avere a cuore e di saper risolvere le problematiche della regione: il governatore uscente Stefano Bonaccini.
Anche la nettissima affermazione in Calabria dell’ex sottosegretaria alla Giustizia Santelli, una affermazione non corroborata dall’ exploit elettorale della Lega, può leggersi in chiave di presa di distanza da Salvini
Il tanto preannunciato colpo di maglio al governo Conte non c’è stato e nonostante la relativa avanzata in termini di voti, psicologicamente, nell’immaginario collettivo del chi vince e chi perde, la Lega ripiega mogia e moscia al Nord.
Grosso sospiro di sollievo invece per Nicola Zingaretti ed il Premier Giuseppe Conte che nel Consiglio del Ministri di stasera avviano la più volte rimandata stagione delle nomine.
Molto più profondo il sospiro di sollievo per i renziani e i grillini che a ridosso dell’argine del Pd evitano lo tzunami della temuta crisi di Governo e lo spauracchio delle elezioni anticipate.
Al limite della disintegrazione il Movimento 5 Stelle guadagna tempo per tentare di risolvere il difficile travaglio interno che dovrà concludersi con l’individuazione di una nuova leadership.
L’allontanamento della prospettiva di una fine anticipata della legislatura fa guadagnare tempo prezioso anche a Italia Viva, perennemente sulle montagne russe di un consenso totalmente legato nel bene e nel male a Matteo Renzi.
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1