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Scienza e filosofia separate parallele o interconnesse?

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni

I cardini del pensiero Socrate Buddha Confucio Gesù

by Augusto Cavadi

La scienza deve prescindere dalla filosofia ma gli scienziati? Se per ‘simbolo’ intendiamo un segno che corrisponde a un contenuto, che ci rimanda a qualcos’altro e in qualche modo ad esso ci ri-unisce (sun-ballein), la nostra esperienza quotidiana è intessuta di simboli. Scienza e filosofia separate parallele o interconnesse

Il suono della sveglia sta per l’informazione su una certa ora; la lancetta sul termostato indica la misura della temperatura dell’acqua; l’immagine luminosa di un omino equivale all’autorizzazione per i pedoni ad attraversare la strada; un fiore sulla scrivania mi evoca l’affetto di una persona amata; questi stessi segni grafici che sto digitando sul monitor del computer suscitano in chi legge la produzione di concetti (il concetto di monitor, il concetto di computer, il concetto di produzione, il concetto di…concetto) o la memoria di altri simboli celebri (quali la bandiera nazionale o la mezza luna islamica).

Essere immersi nella storia dell’umanità – nel flusso delle innumerevoli culture che in essa si snodano, si accavallano, si separano, confliggono, si fondono – è avanzare a fatica per un sentiero che attraversa una foresta di simboli.

La maggior parte di questi simboli costituisce un ponte verso ‘oggetti’ di origine e consistenza antropologica: senza l’esistenza di altri esseri umani, non esisterebbero l’ora (quale misura del tempo cronologico) né la scala delle temperature dell’acqua né il codice della strada né l’affetto di una persona cara…Scienza e filosofia separate parallele o interconnesse

Esisterebbero, se non esistessero gli umani, i numeri? Le scienze matematiche li inventano oppure li scoprono? Gli epistemologi ne discutono da decenni senza essere pervenuti a una soluzione condivisa che chiuda una volta e per sempre la questione. Un’analoga domanda ci si pone, almeno da Platone a oggi, a proposito di alcuni ‘valori’ per i quali donne e uomini appartenenti a varie aree culturali hanno rinunziato a molti interessi privati e talora perfino alla vita biologica: la libertà di parola o la giustizia sociale, ad esempio, sono frutto (relativo) di convenzioni inter-soggettive o il presupposto (assoluto) di ogni possibile accordo inter-soggettivo?

Mi pare interessante notare che la comunità internazionale dei matematici continua a cooperare pur in presenza di un pluralismo di convinzioni circa l’oggettività (assoluta) dei numeri. Così come la storia ci consegna continuamente esempi di persone che s’impegnano sino all’estremo delle proprie energie per la libertà o la giustizia anche in collaborazione con altre persone che ipotizzano una consistenza ontologica di questi ‘valori’ molto differente rispetto alla loro visione-del-mondo.  Per tutte costoro, le parole ‘libertà’ o ‘giustizia’ sono simboli che rimandano gli umani a ‘valori’ con una propria dignità, un proprio fascino; ‘valori’ meritevoli, dunque, di essere onorati e serviti in ogni ipotesi circa il fondamento su cui si basano.Scienza e filosofia separate parallele o interconnesse

Se gli ‘oggetti’ cui rinviano i simboli della vita sociale sono certamente artificiali (= prodotti dall’arte degli esseri umani e da convenzioni tra di essi) e gli ‘oggetti’ cui rinviano i simboli della matematica e dell’etica sono forse artificiali o forse trascendenti ( ‘trascendenti’ nel senso che l’artificio umano li può riconoscere, esplicitare, argomentare, sistematizzare, tradurre in manuali didattici o in codici legislativi…ma non può non presupporli), che pensare degli ‘oggetti’ a cui ci rimandano i simboli di cui sono intessuti i linguaggi delle scienze naturali (fisica, chimica, biologia e afferenti)?

Su elettroni, neutrini, stringhe, idrogeno, cellule, DNA…si discute come di ‘oggetti’ naturali, non-artificiali, da scoprire e non da inventare. Il mosaico di questa varietà di ‘oggetti’ , che si squaderna al cospetto della nostra mente, costituisce già per sé un’affascinante panoramica. Tale panoramica esaurisce l’ambito del realmente esistente e, dunque, del conoscibile?

O, a loro volta, questi ‘oggetti’ – che cogliamo attraverso i simboli del linguaggio matematico, fisico, chimico, biologico… – sono simboli che rimandano ad altre dimensioni dell’essere? Molti poeti, pittori, scultori, registi, filosofi, mistici – ma anche scienziati sin da Galilei che vedeva nel cosmo il Libro nel quale Dio parlava prima ancora che nella Bibbia -ne sono stati convinti: l’empiricamente misurabile è reale, ma non è tutto il reale.Scienza e filosofia separate parallele o interconnesse

A loro avviso, c’è un Oltre (per noi) che è un Primo (in sé): un Fondamento, un Principio essenziale, un’Origine incessantemente originante, una Natura naturante, un Tutto-abbracciante di cui lo spettro immenso dell’universo è “cifra” (Karl Jaspers). Di questo Abisso-senza-fondo le scienze naturali non sono in grado di dimostrare la presenza. Ma neppure l’assenza. Ad esse il compito di descrivere, quanto più verosimilmente possibile, la sfera dell’empirico: se tale sfera sia – in tutto o in alcune parti – simbolo di Altro è una questione riservata all’intuizione e (in un secondo momento) all’argomentazione logico-razionale. Se le cose stanno, grosso modo, così si comprende perché gli scienziati possono lavorare cooperativamente a prescindere da convinzioni soggettive di tipo filosofico, teologico o estetico e sperimentare il disaccordo, talora persino il conflitto, soltanto quando si tratta di affidare le scoperte scientifiche agli apparati industriali che le traducono/applicano in strumenti tecnici ad uso dei poteri politico-finanziari-militari. Però tali poteri vengono esercitati da istituzioni pubbliche e private che agiscono in base a differenti visioni-del-mondo, principi etici, ideologie politiche: è dunque in considerazione di questi utilizzatori finali delle acquisizioni scientifiche che le persone impegnate nella ricerca scientifica , in quanto cittadini/e del mondo, non possono mettere illimitatamente tra parentesi quelle convinzioni filosofiche e teologiche da cui, in quanto scienziati/e, dovevano (provvisoriamente e metodologicamente) prescindere. Insomma: la filosofia, superflua per la fisica o la chimica, è invece necessaria per i fisici e per i chimici.Scienza e filosofia separate parallele o interconnesse

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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