Cuore & Batticuore
Rubrica settimanale di posta. Sentimenti passioni amori e disamori. Storie di vita e vicende vissute
by Caterina Flick
All’industria del porno online sono congeniali le caratteristiche del web che permettono di tutelare la privacy, se non il totale anonimato, degli utenti.
Dietro al business però si nascondono anche gravissime violazioni della dignità e dei diritti – soprattutto di donne, bambini e adolescenti – a cui è difficile porre rimedio, anche e proprio per le caratteristiche del web, che permettono la permanenza in rete senza limiti di tempo.
Particolarmente allarmante é innanzi tutto la piaga della pedopornografia. Le associazioni che operano a livello internazionale e si occupano di notice & take down, come Internet Watch Foundation, National Centre for Missing and Exploited Children, Telefono Azzurro, segnalano con preoccupazione la dimensione del fenomeno: milioni di immagini pedopornografiche in rete, riprese e condivise. Si tratta in gran parte di abusi sessuali su minori, in parte di immagini autoprodotte dagli adolescenti e condivise.
Sempre per quanto riguarda i minori, la facilità di accesso alla pornografia e l’anonimato permettono l’esposizione di bambini e adolescenti a contenuti non adatti a loro, ma ancora non si vede la luce nell’individuare dei meccanismi di verifica dell’ètà, che pure sarebbero imposti dal Regolamento generale sulla protezione dei dati.
In ogni caso sul fronte dei minori autorità pubbliche e associazioni sono costantemente impegnate nella prevenzione e nella ricerca di soluzioni.
Così non è per quanto riguarda le donne, principali destinatarie di fenomeni quali il revenge porn, pornografia non consensuale, che consiste nella diffusione di video e fotografie di atti sessuali senza il consenso della persona ritratta e per vendetta, da parte di ex partner.
A fronte del dilagare del fenomeno sarebbe necessario intervenire rapidamente, introducendo misure che permettano di intervenire tempestivamente per evitare la diffusione virale dei contenuti e per dissuadere gli autori dal ripubblicare e diffondere ulteriormente.
Fin dal 2016, a seguito del caso di Tiziana Cantone, sono state presentate proposte di legge volte a reprimere il fenomeno, ma non si riesce ad arrivare alla fine del percorso. Nel dibattito tutto italiano, sul se e sul come, si dimentica che fino alla scorsa estate le vittime di revenge porn potevano contare sulla, pur limitata, tutela data dal Codice Privacy, che si applicava anche alle persone fisiche che pubblicavano fotografie sul web e permetteva di rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali.
Oggi, dopo le modifiche introdotte con il decreto di “armonizzazione” del Regolamento europeo sulla protezione dei dati, quel comportamento non è più un trattamento illecito. Non resta che seguire la strada della querela per diffamazione, nell’attesa che i partiti, di governo e non, smettano di litigare sulla pelle e sulla dignità delle donne.
Non basta applaudire e condividere l’allarme e le proposte dell’Avvocato Caterina Flick, esperta di diritto e criminalità informatica, privacy e web reputation. E’ essenziale agire. Istituzioni, politica, magistratura, investigatori e stampa sono già mobilitate per arginare e rimuovere le sabbie mobili del porno web. Ma si avverte una diffusa e cinica indifferenza dell’opinione pubblica. Cinismo e indifferenza che purtroppo si trasformano in dolore e stravolgimento esistenziale quando si viene coinvolti nelle tragedie provocate dall’uso criminale e disumano della rete. Abusi criminali e indicibili dell’utilizzazione del web che tuttavia, con la partecipazione di tutti, in particolar modo degli operatori dei social network e dei motori di ricerca, nonché delle famiglie, si possono e si devono prevenire, scongiurare ed eliminare dalla rete.