Cuore & Batticuore
Rubrica settimanale di posta. Storie di vita e vicende vissute
by Augusto Cavadi
Ultimi sempre più ultimi ed emarginati? Come è noto, il Parlamento esaminerà un disegno di legge (firmato da Zan, Boldrini, Scalfarotto, Perantoni e Bartolozzi) che prevede l’aggravante di pena per chi si renda colpevole di insulti ed atti violenti contro alcune categorie sociali, tra cui omosessuali e transessuali.
In varie regioni, sia semplici parroci di provincia sia eminenti Cardinali come l’ex-arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, hanno elevato vibrate proteste.
Contro l’ipotesi di un provvedimento legislativo che ritiene contrario alla volontà divina quest’ultimo avrebbe dichiarato: “Sono preoccupato. Si vuole imporre una visione delle cose con la forza della pena e si fa grande confusione tra quella che è autorevolezza e autorità. Il grande problema, e lo vediamo con questa legge, è che ci siamo allontanati da Dio e quando accade non lamentiamoci di quello che accade dopo. Poi arriva un virus e non sappiamo il perché”.
Queste reazioni suscitano, comprensibilmente, stupore e disappunto negli ambienti ‘laici’: come si fa a non capire che questa proposta di legge mira a salvaguardare la libertà e l’incolumità di tutti e di tutte ?
Anche di un vegetariano o di un cattolico tradizionalista o di un terrapiattista, che fosse offeso e perseguitato solo in quanto vegetariano, cattolico tradizionalista o terrapiattista ?
Ma stupore e disappunto si registrano anche in ambienti teologici cristiani.
Dal punto di vista di chi accoglie il messaggio evangelico, infatti, opporsi all’ipotesi di una legge che intende proteggere da ingiurie verbali e da gesti discriminatori tutte le minoranze, anche le persone omo e trans-sessuali, evocando perfino la pandemia attuale come possibile segno divino di contrarietà ai processi di emancipazione faticosamente in corso, è almeno tre volte blasfemo.
Prima di tutto perché, se l’omosessualità è un dato genetico che precede qualsiasi opzione soggettiva, significa stigmatizzare un dato naturale che – come tale – è voluto, o per lo meno permesso, dal Creatore.
Non si sceglie il proprio orientamento sessuale come non si sceglie il colore della pelle o l’altezza corporea: un mondo di soli eterosessuali, bianchi e longilinei, sarebbe di una monotonia noiosa indegna della fantasia di un Dio.
Ammesso, e non concesso, che l’omosessualità fosse davvero effetto di una scelta, e di una scelta colpevole, i discepoli di un Maestro che è venuto non per i “giusti” ma per i “peccatori”, non per i “sani” ma per i “malati” (Matteo 9, 12- 13), dovrebbero essere i primi a voler proteggere dai “lupi” le “pecorelle disperse”.
Solo una totale assenza di misericordia, di compassione, di solidarietà fraterna può suggerire propositi diversi.
Se poi, addirittura, si ipotizza che il Padre comune, che “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Matteo 5,45) , mandi in terra calamità e virus per esprimere dissenso su questa o quella normativa dello Stato laico, siamo ben oltre la bestemmia: precipitiamo nel ridicolo.
E stravolgiamo l’idea di Dio, abbassandola a burattinaio permaloso. Noi mortali usiamo dire: “Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio”. Ma, a sua volta, chi potrà proteggere Dio dai suoi ‘amici’ più fanatici e ottusi?
Dal discorso della montagna alle parole terra terra….Augusto Cavadi mette il dito nella piaga della crisi sempre più evidente di una Chiesa che necessiterebbe di un nuovo Concilio per abbandonare definitivamente la retorica della perpetuazione di rendite di posizione anacronistiche che il web e l’evoluzione tecnologica hanno già spazzato via e per rilanciare ed aggiornare i valori dell’intramontabile testimonianza cristiana d’amore, di carità e di pace. “È assai sorprendente che le ricchezze degli uomini di Chiesa si siano originate dai princìpi di povertà.” Osservava Montesquieu. Ovviamente ogni riferimento ai porporati citati da Cavadi è assolutamente casuale.