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Sicilia: autonomia tradita e intoccabile

Sicilia autonomia tradita e intoccabile

Classe politica siciliana irredimibile o Statuto speciale da riformare ? In gran parte entrambe le cose. Come ha implicitamente certificato la Corte dei Conti che ha definito la Sicilia come la regione più costosa d’Europa.

Costi e sprechi: 52 miliardi di tasse mai riscosse, una spesa regionale sei volte più alta della Lombardia, una voragine nei conti pubblici con un disavanzo circa 7 miliardi di euro.

L’amministrazione regionale, che ha tanti dipendenti quanto tutte le altre regioni a statuto speciale messe assieme, costa ad ogni siciliano 204 euro l’anno, mentre ai lombardi  soltanto 13 euro a testa.

Con i soldi sprecati dalla Sicilia, ha recentemente calcolato il quotidiano on line Linkiesta, si potrebbe realizzare un ponte sullo stretto ogni cinque anni…..

Statistiche certificate e pubblicamente denunciate, con le quali si potrebbe continuare per altre dieci pagine, e che hanno avviato un dibattito sull’ opportunità o meno di abolire l’autonomia siciliana.

Dibattito che ha registrato, sul quotidiano La Repubblica, l’autorevole intervento dell’economista e saggista Salvatore Butera per anni Presidente della Fondazione Banco di Sicilia.sicilia-autonomia-tradita-e-intoccabile

 

Sicilia: autonomia tradita e intoccabile
Salvatore Butera

L’articolo del prof. Perconti apparso su queste pagine venerdì 28 luglio avrebbe dovuto suscitare un vespaio di polemiche o quanto meno una reazione alle molte volute e intelligenti provocazioni in esso contenute. Ma come era purtroppo prevedibile non è successo niente a conferma che società civile (ma esiste ancora?) e mondo della politica non si parlano più e tanto meno si capiscono.

Perconti sosteneva la tesi che i politici regionali piuttosto che fare una vera e propria campagna elettorale (di cui finora non si è vista traccia) dovrebbero proporre di abolire l’autonomia regionale divenuta una vera e propria sciagura, causa della maggior parte dei mali della Sicilia da molti anni a questa parte.

Perconti ha ragione, ma naturalmente formula un paradosso. L’autonomia non si può eliminare con le firme ma neppure per decreto, perché essa fu fin troppo bene blindata dai padri costituenti nel lontano 1945. Ma naturalmente, a parte i macroscopici errori, costoro erano in buona fede e credevano di fare gli interessi della Sicilia fra l’altro contro i separatisti poi rivelatisi una tigre di carta.

Senza dire che a paragone degli uomini di oggi si trattava di statisti, giganti della politica e della vita pubblica. Per commissariare la regione sulla base dello Statuto vigente occorrono ripetute e gravi violazioni dello stesso, che strictu sensu ad oggi non vi sono, a meno forse del mancato giudizio di parifica sul bilancio regionale 2016 tuttora in discussione. Ma non sono un giurista e potrei dire delle castronerie.

Certo è vero come dice Perconti che più di metà dell’elettorato potrebbe decidere di restare a casa, come del resto è già avvenuto nelle precedenti elezioni regionali. Chi infatti non ha interessi più o meno clientelari con la Regione non ha voglia di votare per lo meno i candidati di cui finora si è parlato. Ecco perché, lo ribadisco, la candidatura di Pietro Grasso poteva essere decisiva per qualità, trasparenza, indipendenza dalla politica per convincere la parte buona della società siciliana (che pure esiste) a votarlo. Grasso poteva essere un punto fermo, di non ritorno per la riforma dell’autonomia.

Perchè questo è il punto: la prima cosa da fare è la riforma dello Statuto regionale, ormai ultra settantacinquenne e del tutto inadeguato a fronteggiare il presente, senza  dire dei difetti di fondo in esso contenuti, un intero testo permeato dello spirito e della cultura del sicilianismo. Così  com’è non serve a niente rispetto a una legislazione statale che si è costretti a inseguire perché  certamente avanzata e moderna anche se tutt’altro che perfetta, lo vediamo tutti.

Con questo mio pezzo vorrei riportare a terra Perconti e tutti quelli che la pensano come lui. L’Autonomia per il momento non si può abolire, si può anzi si deve modificare e per farlo servono fior di giuristi magari non siciliani e sopratutto non sicilianisti.

Grazie, il danno lo avete già fatto e non è stato danno da poco. Mi appello a Repubblica per trovare adesioni alla linea Perconti-Butera e che Dio ce la mandi buona !

Salvatore Butera

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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