Le prospettive della smart city
Una delle principali parole chiave del futuro è smart city. Entro la fine del secolo la popolazione mondiale aumenterà di altri 3,6 miliardi di esseri umani. Ciò significa che nel 2100 il pianeta Terra sarà abitato da circa 11,2 miliardi di persone, mentre attualmente gli abitanti del pianeta sono più di 7,6 miliardi. Si tratta di trend demografici ufficiali stimati dalle Nazioni Unite per iniziare ad affrontare il fenomeno sotto ogni punto di vista: umano, sociale, ambientale, igienico, abitativo, energetico, economico, della sicurezza, della crescita e dei diritti.
Se il numero di abitanti del pianeta andrà aumentando così massicciamente, al ritmo di 45 milioni in più all’anno, mancherà di tutto: case, servizi, infrastrutture, lavoro, accessi equi a risorse naturali e materiali, un accesso inclusivo all’istruzione e ai servizi sanitari.
L’Onu ha anche affrontato il problema della crisi abitativa a livello mondiale. Prendendo in considerazione i tassi di crescita demografica di ogni singolo Paese in diverse parti del mondo, assieme al tasso di fertilità, all’invecchiamento della popolazione e al numero di persone che mediamente abita una casa, un’indagine delle Nazioni Unite ha stimato in 2,1 miliardi il numero di nuove abitazioni che saranno costruite da qui al 2100. Se ne può avere una rappresentazione grafica utilizzando il tool online delle Nazioni Unite World Population Prospects 2017, ottimo per il calcolo dei trend attuali e futuri relativi alla crescita della popolazione, alla fertilità e all’aspettativa di vita, con dati relativi a diverse fasce di età e suddivisi per genere.
L‘Italia, ad esempio, dopo aver toccato il suo massimo demografico proprio a cavallo di questi ultimi anni, conoscerà un rapido declino già a partire dal 2020, con una popolazione complessiva stimata in 45 milioni di persone entro la fine del secolo.
Un’occasione unica per affrontare in anticipo tutte queste criticità e cominciare a progettare e programmare con nuovi strumenti, materiali e tecnologie le abitazioni del futuro, con la massima attenzione ai temi ambientali, energetici e certamente sociali. In un nuovo Report di Grand View Research si stima che il mercato delle applicazioni, dei servizi e delle diverse soluzioni smart city a livello globale si aggirerà attorno ai 2.570 miliardi di dollari entro il 2025.
Edilizia di nuova generazione, smart buildings, sanità digitale, efficienza energetica e smart energy, gestione avanzata di risorse idriche e rifiuti, infrastrutture efficienti per luce, gas, acqua, comunicazioni, servizi igienici. Trasporti e mobilità improntati alla sostenibilità ambientale, automazione industriale, lì dove possibile recuperare, riutilizzare, riciclare, la circular economy, il sistema scolastico ed educativo, le nuove competenze e le comunità votate alla partecipazione diretta alla governance dei centri urbani, sono le caratteristiche e le finalità principali dei nuovi progetti smart city annunciati e in via di realizzazione in gran parte del mondo. A fine 2016 il mercato globale smart city era arrivato a valere più di 536 miliardi di dollari. I segmenti verticali che vedranno un maggiore impiego di soluzioni smart city da qui al 2025 saranno quello della Pubblica Amministrazione e della sanità pubblica e privata, quello dell’educazione, dell’edilizia, dei trasporti privati e pubblici e dell’energia.
Smart city, la città intelligente in urbanistica e architettura è un insieme di strategie di pianificazione urbanistica tese all’ottimizzazione e all’innovazione dei servizi pubblici così da mettere in relazione le infrastrutture materiali delle città con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita, grazie all’impiego diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica, al fine di migliorare la qualità della vita e soddisfare le esigenze di cittadini, imprese e istituzioni.
Le prestazioni urbane dipendono non solo dalla dotazione di infrastrutture materiali della città, capitale fisico, ma anche dalla disponibilità e qualità della comunicazione, della conoscenza e delle infrastrutture sociali, capitale intellettuale e capitale sociale. Quest’ultima forma di capitale in particolare è determinante per la competitività urbana.
Il concetto di città intelligente è stato introdotto in questo contesto come un dispositivo strategico per contenere i moderni fattori di produzione urbana in un quadro comune e per sottolineare la crescente importanza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, del capitale sociale e ambientale nel definire il profilo di competitività delle città, muovendosi verso la sostenibilità e verso misure ecologiche sia di controllo sia di risparmio energetico, ottimizzando le soluzioni per la mobilità e la sicurezza. Il significato dei due assetti, del capitale sociale e di quello ambiental, evidenzia la necessità di un lungo cammino da compiere per distinguere le città intelligenti da quelle con maggior carico tecnologico, tracciando una linea netta tra di loro, ciò che va sotto il nome rispettivamente di città intelligenti e di città digitali.