La crisi concentrica della Turchia
Sul Bosforo la tregua del week end non ha attenuato gli effetti delle forti raffiche dei mercati finanziari che, come folate del Lodos, il tradizionale vento caldo di Istanbul, rischiano di spazzare via il fragile equilibrio economico di una una Turchia in crisi di prospettive.
Accentuala dal marasma politico del paese, dalla perdita del ruolo di controllo e di guida esercitato dalla fine dell’Impero Ottomano dalle forze armate e da un regime nazional islamico in salsa Erdogan, la precarietà dell’economia turca si trascina da anni.
Stretta fra la Nato e Mosca, fra l’Europa, il vulcano balcanico e il buco nero del Medio Oriente, l’assetto istituzionale di Kemal Atatürk , il fondatore della moderna Turchia, non regge più alle contraddizioni tra sviluppo tecnologico e fondamentalismo, dittatura ed economia di mercato e rischia implodere stravolgendo un mercato interno e un sistema produttivo per lo più sorretti da capitali esteri. L’aumento dei dazi e il crollo della lira turca sono soltanto le più evidenti fra le cause delle crescenti difficoltà valutarie e finanziarie di Istanbul.Con quali effetti per l’Europa? “La Turchia è un importante partner commerciale e finanziario per molti paesi europei e dunque banche spagnole, francesi tedesche e italiane possono avere degli impatti in termini di capitale” afferma Giovanni Sabatini, Direttore Generale dell’Associazione Bancaria Italiana e Presidente del Comitato Esecutivo della Federazione Bancaria Europea.

- Contromisure del sistema bancario italiano rispetto alla situazione turca?
I forti rafforzamenti di capitale conseguiti negli ultimi anni e il ritorno ad una redditività ampiamente positiva, come dimostrato dai recenti risultati delle semestrali, evidenziano una forte capacità delle banche di poter assorbire anche gli effetti di scenari fortemente deteriorati. Tutto questo è ancor più vero per le banche italiane il cui peso dei ricavi derivanti dalle attività in Turchia è molto limitato.
- La crisi della lira turca è un sintomo di una situazione di malessere finanziario ai margini dell’Europa o riguarda anche l’Unione?
Il quadro mondiale complessivo presenta elementi di tensione e di incertezza a cominciare dagli effetti sulla crescita mondiale delle politiche protezionistiche, che tendono ad accentuarsi. In questo contesto si colgono dei segnali di rallentamento della crescita anche in Europa. I fondamentali dell’Italia continuano ad essere solidi e come anche testimoniato dai recenti dati della Banca d’Italia, il settore bancario prosegue nel suo rafforzamento con una forte ulteriore riduzione delle sofferenze (quelle nette sono scese a 41,3 mld) , un ritorno alla redditività e una crescita dei finanziamenti all’economia (+2,4% su base annua a giugno 2018). Sulla base dei fondamentali del nostro Paese dobbiamo guardare con fiducia e razionalità anche al prossimo autunno.

- Perché dal 1971 quando gli Usa abolirono la convertibilità dollaro-oro, agosto ha una tradizione di turbolenze finanziarie?
In agosto la liquidità dei mercati si assottiglia e dunque è più facile che possano innescarsi fenomeni di volatilità delle quotazioni sui mercati finanziari che diano luogo a spirali ribassiste.