Scogli lungo la rotta del nuovo GovernoAncor prima del varo, la nave del governo Conte – Di Maio – Salvini affronta tempeste e marosi mentre è nel bacino di carenaggio. Ogni ondata polemica riflette divergenze e opposizioni su nomi e ministeri. In particolare per l’insistenza della Lega sulla candidatura di Paolo Savona ritenuto antieuropeista al Ministero dell’Economia.
Una deriva che allarma il Quirinale, che ha fatto trapelare l’irritazione per l’inammissibilità di diktat nei confronti del Presidente del Consiglio incaricato e del Presidente della Repubblica nell’esercizio delle funzioni che la Costituzione attribuisce loro.
Sarà stata pure una coincidenza o una visita privata, ma in Transatlantico a Montecitorio si è visto nel pomeriggio il Consigliere per le questioni istituzionali della Presidenza della Repubblica, Francesco Saverio Garofani, che fra gli altri ha avuto un lungo colloquio col Ministro uscente dei beni culturali Dario Franceschini.
Parallelamente alle consultazioni del Premier incaricato, fra il segretario della Lega e il leader grillino proseguono alla Camera febbrili trattative per la definizione della squadra di governo. Previsto anche un vertice a tre Conte – Di Maio – Salvini.
Se si sblocca l’ennesimo stallo e soprattutto se si risolve il caso Savona, il nuovo Governo giallo verde potrebbe giurare al Quirinale sabato e presentarsi lunedì al Senato per il primo dei due voti parlamentari di fiducia.
Questi gli eventuali scenari, le spine e le prospettive del Governo presieduto da Giuseppe Conte:
Anche se diluiti nel tempo, reddito di cittadinanza, revisione della legge Fornero e flat tax prevedono la disponibilità di non meno di 250/ 300 miliardi. Tanti. Per reperirli, come delineato nel contratto-programma giallo verde, potrebbero essere concessi due maxi condoni. Il primo fiscale, col metodo del saldo a stralcio che consente di incassare cash almeno un terzo del contenzioso. Il secondo riguarderebbe l’edilizia e sanerebbe abusi vecchi e nuovi. La ratio della flat tax, con aliquote al 25 e al 30 % , prevede un aumento del gettito fiscale superiore all’abbattimento delle tasse.
Al piano nobile di Palazzo Chigi, nella austera sala del Consiglio dei Ministri si assisterà per forza di cose ad inedite riunioni eterodirette, non soltanto dal dominus costituzionale, il Premier Giuseppe Conte, ma anche dai due leader-ministri di Lega e 5 Stelle, Salvini e Di Maio. Che criteri si seguiranno per la ratifica delle decisioni? La maggioranza di tutti i Ministri oppure l’unanimità o la maggioranza del triumvirato ?
E’ l’aspetto più delicato dei nuovi scenari politici. Come è già emerso c’è il rischio che si possano configurare allineamenti diversi fra un governo sostanzialmente anti europeo e il Presidente della Repubblica garante della Costituzione, e quindi del rispetto dei trattati europei e delle alleanze internazionali alle quali il Paese ha liberamente aderito, idealmente prima ancora che politicamente. Fra Quirinale e Palazzo Chigi è difficile perfino immaginare divaricazioni operative in politica estera. Strade divergenti fra un Presidente della Repubblica impegnato a far rispettare i cardini europei della Costituzione e un esecutivo in rotta di collisione con Bruxelles. Per non parlare della Nato e della collocazione dell’Italia nell’ambito delle alleanze internazionali. Scenari da crisi istituzionale che il Premier Giuseppe Conte, sulla base dell’imprinting culturale laico, potrebbe comunque fare di tutto per disinnescare, anche a costo di distinguo e contrapposizioni all’interno della maggioranza.
Il destino e la durata del governo Conte-Di Maio-Salvini dipendono dalle strategie dei leader di 5 Stelle e Lega. Il segretario leghista potrebbe essere tentato d’ andare subito all’incasso elettorale, a ridosso delle Europee, per annettersi tutto il centrodestra. Più problematica la situazione che potrebbe prospettarsi per Di Maio, che dovrà fare i conti con l’onda lunga dei malpancisti grillini. I duri e puri inconciliabili con l’esercizio del potere politico. Al primo possibile incidente di percorso non è difficile immaginare le ondate di critiche e accuse sui social e i distinguo di Grillo e Di battista. Come diceva Pietro Nenni “a fare i puri si corre il rischio di imbattersi in uno più puro… che ti epura.”