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Tutti i peccati del Presidente Casa Bianca con vista impeachment

Sulla Presidenza sempre più in bilico di Donald Trump pubblichiamo l’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia dall’editorialista Massimo Teodori

Tutti i peccati del Presidente Casa Bianca con vista impeachment

Tutti i peccati del Presidente Casa Bianca con vista impeachment
La parabola declinante di Donald Trump sembra a un passo dal limite dell’indifendibilità. Agosto alla Casa Bianca ricorda le dimissioni nel 1974 di Richard Nixon, anche lui sull’orlo dell’impeachment.
Ma 44 anni dopo, lo scandalo Watergate sembra una bazzecola al confronto con le ipotesi accusatorie che potrebbero scaturire dalle confessioni di Michael Cohen, l’avvocato di tutti i peccati del Presidente, e dalla condanna di Paul Manafort, l’ex capo della campagna elettorale: corruzione, evasione fiscale, riciclaggio. Accuse con risvolti che potrebbero fare scattare imputazioni ben più gravi come alto tradimento e cospirazione a favore della Russia. Un buco nero in grado di mettere a dura prova la pur collaudata democrazia americana e di stravolgere gli equilibri politici ed economici internazionali. ”La situazione è critica e va peggiorando di giorno in giorno” conferma il  politologo e americanista Massimo Teodori.Tutti i peccati del Presidente Casa Bianca con vista impeachment
  • Quanto e come potrà resistere la Casa Bianca a quella che si prospetta ormai come una sorta di avvitamento dell’amministrazione?
Si potrà parlare di precipizio soltanto dopo le elezioni di mezzo termine di novembre. Trump infatti potrà resistere fino a quando il Congresso sarà ancora a maggioranza repubblicana e quindi essere decisivo per evitare la messa in stato d’accusa del Presidente.
  • Che significa per gli Stati Uniti e per le democrazie occidentali l’eventuale conferma che Mosca era ed è probabilmente ancora in grado di manipolare le elezioni?
Si anche di questo si tratta. Significa che ci troviamo nuovamente di fronte allo scontro epocale con la Russia. Un scontro che è parallelo e con modalità e strumenti diversi, ma minacce addirittura superiori, a quello che l’occidente ha avuto con l’Unione Sovietica durante la guerra fredda per arginare i tentativi del regime comunista sovietico di infiltrarsi nei sistemi democratici occidentali. Una nuova guerra sotterranea per scongiurare l’azione sistematica di 
indebolimento e di manipolazione che mira al crollo delle democrazie occidentali, in maniera da consentire alla Russia di Putin, erede di quella Sovietica, di imporre la propria influenza in  particolare in Europa e nel bacino del Mediterraneo.
  • The Donald sceglierà eventualmente una exit strategy o replicherà colpo su colpo, anche a costo di trascinare nel marasma gli Stati Uniti?
La sua filosofia non è quella della separazione dei poteri e del rispetto delle responsabilità e delle prerogative costituzionali. La filosofia di Trump è quella della forza e quindi tenterà in ogni maniera di far leva sul potere presidenziale per stravolgere contrastare e sconfessare e replicare le risultanze delle inchieste giudiziarie a suo carico.
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Intervento di Trump al Congresso degli Stati Uniti
  • Questo continuo alzare i toni del confronto con Cina ed Europa è un modo per sviare l’opinione pubblica?
Entrambe le cose. Da una parte c’è l’idea di regolare i rapporti internazionali su base bilaterale, con atteggiamenti muscolari da superpotenza. Stracciando i trattati, come quelli sull’ambiente o sul nucleare iraniano. Un comportamento nazionalista: “make America great again”. Far tornare grande l’America. Dall’altra parte c’è  l’illusione che più si trova un nemico esterno, come nella tradizione delle persone in difficoltà, più possono essere sottovalutati o fatti passare in secondo piano i problemi interni.
  • Se dovesse dimettersi patteggerà, come fece Nixon, il perdono presidenziale del suo successore?
“E tutto da vedere. Molti esperti dicono di no, perché Nixon rimase sempre nell’ambito del classico costituzionalismo americano, mentre Trump rappresenta una rottura con la storia politica e la prassi istituzionale americana. Quindi gli osservatori sostengono che il suo comportamento sarà probabilmente del tutto diverso da quello di Nixon. Quale, però, nessuno può ancora prevederlo perché il personaggio è davvero incredibile
  • Sopravviverà la democrazia americana?

Il sistema politico istituzionale americano è molto forte e radicato. Trump non ha sostanzialmente modificato nulla che riguardi il meccanismo di pesi e contrappesi della Costituzione degli Stati Uniti. La separazione dei poteri e la tutela dei diritti e delle libertà individuali, che sono i pilastri della struttura costituzionale americana. The Donald ha tentato di corrompere il sistema politico, ma la sua presidenza può considerarsi solo di una brutta parentesi, un esempio da non ripetere più. Credo che gli Stati Uniti recupereranno per intero i tradizionali caratteri democratici e liberali.Tutti i peccati del Presidente Casa Bianca con vista impeachment

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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