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Umanità post lockdown rigenerata o degenerata?

 

by Maggie S. Lorelli

L’umanità uscirà dal lockdown rigenerata o degenerata? E che ruolo avrà lo stress accumulato nella ripresa delle relazioni?Umanità post lockdown rigenerata o degenerata

Partendo dal postulato che lo stress sia un fattore intrinseco inevitabile nelle interazioni sociali, un recente studio effettuato da alcuni ricercatori del dipartimento di Psicologia sociale della McGill University di Montréal (Canada, 2020), ha indagato in che modo lo stress acuto influisce sulla distinzione di sé dagli altri nel dominio percettivo-motorio, affettivo e cognitivo.

Distinguere le rappresentazioni mentali di sé da quelle delle altre persone ha un ruolo fondamentale nelle interazioni sociali ed è un prerequisito per abilità sociali cruciali come l’azione consapevole, l’empatia e la mentalizzazione.

In particolare, la ricerca studia l’effetto dello stress psicosociale acuto sul mimetismo facciale spontaneo.

Umanità post lockdown rigenerata o degenerata
La famosa influencer Chiara Ferragni e il rapper Fedez

L’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi affollati riduce inevitabilmente la capacità mimetica al solo sguardo e all’espressione conferitaci dai muscoli corrugatori del sopracciglio e del muscolo frontale. Sebbene il mimetismo possa assumere varie forme (posture, gesti, manierismi e persino schemi linguistici), si ritiene che il mimetismo facciale spontaneo sia un canale privilegiato per la comprensione socio-emotiva e dell’esperienza condivisa.Umanità post lockdown rigenerata o degenerata?

Come osservano Frans B.M. de Waal e Stephanie D. Preston, replicando fisicamente le espressioni facciali degli altri nel nostro mondo sociale, possiamo simulare i loro stati emotivi per capire meglio cosa stiano provando. Ciò a sua volta influisce sulla condivisione, favorendo i processi a valle come l’empatia e l’azione prosociale. Oltre a facilitare la comunicazione socio-emotiva, il mimetismo ha effetti più generali sulla coesione sociale, stimolando l’affiliazione, il rapporto interpersonale, la sintonia e il meccanismo del gradimento. Possiamo dunque considerarlo come un collante sociale che supporta il bisogno primario dell’uomo di appartenere a una comunità.

Secondo lo studio sarebbero le donne a definire in modo più flessibile se stesse e gli altri sotto stress, dando luogo a risposte sociali accurate, mentre gli uomini risponderebbero con maggiore egocentrismo e una regolazione meno adattiva. Ciò contribuisce in parte a spiegare le differenze di genere nelle abilità sociali come l’empatia e la prosocialità.Umanità post lockdown rigenerata o degenerata

Basandosi su meccanismi computazionali neurali simili, il mimetismo facilita inoltre il contagio emotivo, ossia la tendenza a sperimentare gli stati affettivi degli altri, sia a livello psicologico che fisiologico, poiché l’assunzione dell’espressione emotiva di un altro può portare a rivivere la medesima esperienza emotiva.

I partecipanti al test dell’Università canadese hanno eseguito un’attività di mimetismo facciale spontaneo con elettromiografia facciale (fEMG) dapprima in condizioni normali e poi a seguito di uno stress psicosociale acuto indotto dal Trier Social Stress Test.

Il Test consiste in una serie di prove che hanno inizio con la simulazione di un colloquio di lavoro di fronte a una commissione addestrata a mantenere espressioni neutre durante tutto il test e senza alcun commento, per indurre una situazione di disagio e stress psicologico sui partecipanti.Umanità post lockdown rigenerata o degenerata

La presentazione di sé e della propria esperienza di vita è immediatamente seguita da un test aritmetico, durante il quale ai partecipanti viene chiesto di contare all’indietro da 1.022 con incrementi di 13.

Durante il TSST vengono rilevati i livelli di diverse sostanze per indicare l’attivazione dell’ipotalamo-ipofisi-surrene (HPAA), importante effettore di stress fisiologico. Queste includono prolattina, hGH, ACTH e cortisolo, raccolte tramite campioni ematici e salivari.

In oltre il 70% dei partecipanti si è assistito a picchi che vanno dal 30% (prolattina) al 700% (hGH) e elevati livelli di cortisolo subito dopo la fine dell’induzione di stress, con un notevole incremento anche della frequenza cardiaca durante il compito stressante.Umanità post lockdown rigenerata o degenerata

Infine i 73 partecipanti, 23 uomini e 50 donne, sono stati sottoposti a un totale di 80 stimoli (40 sorridenti, 40 volti accigliati) presentati in ordine casuale.

Durante la presentazione dello stimolo è stata misurata l’attività del muscolo zigomatico maggiore (impegnato quando le persone sorridono) e l’ondulatore supercili (sopracciglio muscolare attivo quando i volti si accigliano) per indicizzare il mimetismo.Umanità post lockdown rigenerata o degenerata

I rMEM che valutano l’attivazione maggiore dello zigomatico hanno rivelato che i partecipanti sorridevano più ai volti sorridenti che ai volti accigliati e, in condizioni di stress indotto, tendevano in generale a sorridere di meno. Lo stress ha attenuato il sorriso affiliativo (sorridere ai volti sorridenti) con l’aumentare dei livelli di cortisolo, mentre non ha avuto alcun effetto sul sorridere ai volti accigliati.

Esiste dunque una forma di contagio benefico che è il sorriso, e anche qualora sia coperto dalla mascherina, vorrà dire che si esprimerà con una dolce espressione dello sguardo.Umanità post lockdown rigenerata o degenerata

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Maggie S. Lorelli
Maggie S. Lorelli
Maggie S. Lorelli, dopo la laurea in Lettere all'Università degli Studi di Torino, si laurea in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e in Didattica della Musica al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Dopo un' esperienza decennale alla Feltrinelli ha collaborato come autrice con Radio 3 Rai e Radio Vaticana e condotto programmi musicali. Ha svolto un tirocinio come giornalista presso l'agenzia di stampa Adnkronos,  scrive per varie riviste musicali specializzate, ha al suo attivo numerosi racconti e “Automi”, il suo romanzo d'esordio. Attualmente è docente di Pianoforte al Liceo musicale.
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