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Smartphone killer n°1 delle strade

       Smartphone killer n°1 delle stradesmartphone killerLo smartphone è diventato il killer n°1 delle strade. Molto più dell’alcol e della velocità. Mentre si guida, contrariamente al vecchio slogan, una telefonata non allunga per niente la vita, il più delle volte invece la accorcia tragicamente. La vita dello stesso guidatore e quella di chi viene travolto. Le statistiche sono da bollettino di guerra L’uso del cellulare mentre si è al volante provoca l’80% degli incidenti gravi. E negli ultimi sei mesi i sinistri sono complessivamente aumentati del 30%. Con un numero esponenziale di vittime e feriti, perché nell’incidente provocato dal cellulare manca del tutto la frenata.

smartphone killer La distrazione è fatale. Lo smartphone uccide anche attraversando a piedi la strada o i binari. E non solo. L’uso del cellulare alla guida è diventata la prima causa di incidenti, spesso mortali, anche per chi va in moto e in bicicletta. Il culmine del mix letale si raggiunge quando si guida e si chatta. Per leggere un sms servono come minimo 5 secondi, il che significa che pur procedendo a 50 km/h si percorreranno circa 100 metri praticamente con gli occhi chiusi. Mentre a 110 km/h chi usa il telefonino ha bisogno almeno di 14 metri in più prima di fermarsi ed il rischio di incidenti aumenta di 4 volte.

L’allarme è globale e in molti paesi, dalla Cina alla Svezia, il pericolo della distrazione mortale provocata dagli smartphone viene indicata con una specifica segnaletica stradale. Ma i numeri miliardari del continuo, vertiginoso, aumento delle vendite di modelli sempre più tecnologici di cellulari, fanno prevedere come l’allarme sia destinato a superare tutti i livelli di guardia. Tanto che l’ONU ha ritenuto necessario dichiarare quello fino al 2020  il decennio della sicurezza stradale, ed ha sollecitato agli stati membri di rivolgere particolare attenzione a questa crescente emergenza. Una delle cause, secondo le Nazioni Unite, è  la sindrome “Fomo” fear of missing out, ovvero la paura di essere tagliati fuori che ci porta a controllare il cellulare in media 150 volte al giorno, una volta ogni sei minuti.

Smatphone killer
Elisabetta Mancini Dirigente sezione Polizia Stradale Roma

In Italia a constatare la gravità della situazione e a sollecitare interventi per arginare il moltiplicarsi dei rischi per la sicurezza è da anni la Polizia Stradale, che ora lancia l’allarme:  ”purtroppo il numero delle vittime sulle strade dopo la battuta d’arresto registrata dall’Istat nel corso del 2014, con 20 deceduti in meno rispetto al 2013, è tornato a crescere” denuncia Elisabetta Mancini, Dirigente della Sezione della Polizia Stradale di Roma, nell’intervista pubblicata dal magazine femminile on line www.PinkItalia.it

“L’incidentalità rilevata nel 2015 da Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri – sottolinea Elisabetta Mancini– ha evidenziato una preoccupante inversione di tendenza, con un aumento degli incidenti mortali del 2,5% (40 in più del 2014, da 1.587 a 1.627) e, soprattutto, delle vittime del 1,3% (22 deceduti in più, da 1.730 a 1.752). Una delle cause, se non la principale, è la distrazione dovuta, anche e soprattutto, all’utilizzo dello smartphone. Sono, quindi, cresciute anche le sanzioni contestate: 48.524 sono le infrazioni commesse nel 2015 per il mancato utilizzo di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare, il 20,9% in più rispetto al 2014, equivalente al +32,7% nei primi sei mesi di quest’anno,rispetto  allo stesso periodo dell’anno”Smatphone killer

  • Casi limite e paradossali di guidatori incollati allo smatphone ai quali ha assistito?   L’ultima follia è la caccia ai Pokemon o i selfie mentre si guida, comportamenti che sono un po’ il “famolo strano 2.0”. Purtroppo quello che Carlo Verdone descriveva nell’esilarante “Viaggi di nozze” era una situazione caricaturale e non un pericolo concreto, come sono oggi i rischi legati all’uso di cellulari e tablet in macchina.”
  • In caso di sinistro è previsto l’incrocio dei dati temporali e telefonici per verificare se chi era al volante stesse telefonando? Quando esiste un procedimento penale (ad es. per omicidio stradale) l’autorità giudiziaria può chiedere ai gestori telefonici i tabulati di entrata e uscita delle telefonate per ricostruire la vicenda.
  • Se dovesse chiedere una modifica all’attuale normativa, come vorrebbe che fosse sanzionato il guidatore sorpreso col cellulare all’orecchio? In realtà, credo che l’aiuto maggiore per arginare questo fenomeno, date le proporzioni, ci arriverà dalla tecnologia, che renderà più efficace anche l’applicazione delle sanzioni già esistenti. Come è stato decisivo il tutor per la velocità, con l’abbattimento della mortalità per incidente stradale in autostrada, come fondamentale è l’etilometro per il contrasto alla guida in stato di ebbrezza, così si dovrà arrivare ad un sistema che ci consenta un controllo a tappeto e non a campione come avviene oggi. Negli Stati Uniti stanno già sperimentando dei sistemi che consentono una verifica a valle del traffico telefonico per ricostruire la dinamica di un sinistro: ma servirebbe qualcosa a monte che, anche a livello di prevenzione, ci consentisse di arrivare prima che un incidente si sia verificato, applicando quelle odiatissime sanzioni che però servono a salvare delle vite innocenti.
  • L’auricolare è diventato essenziale quanto le cintura di sicurezza? Ne sono convinta! Con la differenza che la cintura è un sistema di sicurezza passiva che protegge il conducente e i passeggeri che l’indossano, l’auricolare o il bluetooth proteggono i pedoni, i motociclisti e tutti gli altri utenti che sono messi in pericolo dagli improvvisi cambiamenti di traiettoria, tipici di chi si distrae con il telefonino. Smatphone killer
  • Serve più la repressione o la prevenzione? quanto sarebbe utile una campagna di sensibilizzazione attraverso slogan e sms simili a quelli della campagna contro il fumo?  Chi si occupa di sicurezza stradale sa che si tratta di un problema complesso, che non si può banalizzare pensando che ci sia un’unica soluzione miracolosa, come panacea di tutti i mali. Servono sia la prevenzione che la repressione: e, proprio come è successo per il fumo, le sanzioni aiutano,insieme alle campagne informative, a far crescere la consapevolezza dei rischi che è cultura della vita. Proprio quest’estate la Polizia Stradale ha collaborato ad una campagna molto intelligente organizzata da ANAS “Se non rispondi non muore nessuno. Quando guidi #GuidaeBasta” a cui è abbinata anche un’app che consente di impostare il proprio cellulare sulla modalità di guida, con la possibilità di inoltrare ad un gruppo di contatti “preferiti” un messaggio per comunicare loro che ci si sta per mettere in viaggio e che per tutta la durata di tempo selezionata non sarà possibile rispondere al telefono. L’app, infatti, blocca l’accesso alle impostazioni e consente, durante la sosta, di inviare la propria posizione geografica in modo da tenere aggiornati i contatti preferiti sull’andamento del viaggio.
  • Quali iniziative sta adottando la Polizia di Stato per arginare l’utilizzazione dello smartphone mentre si è alla guida?   C’è l’aumento delle sanzioni e l’utilizzo, come sul Grande Raccordo Anulare di Roma, di macchini civili per contrastare questi comportamenti. Spesso, infatti, come nelle gag di molti comici, primo fra tutti Panariello, l’automobilista lancia il cellulare alla vista della macchina Polizia e disporre di un doppio equipaggio ci è utile per rendere più efficace il nostro intervento. La comunicazione e l’educazione hanno poi un’importanza decisiva nella nostra cassetta degli attrezzi: quando parliamo con i ragazzi nelle scuole e facciamo vedere le immagini di incidenti, spesso mortali, riprese dalle telecamere autostradali, causati da automobilisti al telefono siamo sicuri che stiamo formando delle coscienze migliori rispetto al mondo degli adulti che offre loro di continuo cattivi esempi.”

 

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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