Poeta o inviato? Poeti si nasce, inviati si diventa ed Ettore Mo ha vissuto l’umiltà poetica degli esordi, iniziando come lavapiatti, cameriere e steward ed é diventato un grande inviato speciale, uno dei più grandi del giornalismo italiano, accanto a Sergio Zavoli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Oriana Fallaci, Piero Angela, Leo Longanesi, Giampaolo Pansa, Tiziano Terzani, Gianni Brera e tanti altri.

L’incipit é romanzesco: a 31 anni, nel 1962, a Londra, va a trovare Piero Ottone, corrispondente dall’Inghilterra per il Corriere della Sera e futuro Direttore del quotidiano, e si propone come collaboratore.
Al pur compassato Corriere del secondo dopo guerra piace subito il suo stile diretto, la predilezione per la cronaca vissuta sul campo, la scrittura romantica e suadente. In pochi anni da Londra lo richiamano prima alla redazione romana e poi a Milano in via Solferino, dove nel 1979 riceve il primo incarico da inviato per gli esteri da un Direttore nato e cresciuto come cronista di razza: Franco Di Bella.
