Tristezza, preghiere e i versi della cialoma, l‘antico canto della mattanza di Favignana: “Aja mola e vai avanti…Gesù Cristu cu li santi…e lu santu sarvaturi…e criasti suli e luna..Aja mola, aja mola” per l’addio all’ultimo Rais delle Egadi, Gioacchino Cataldo, spentosi a 77 anni.
Ieratico e possente, due metri d’altezza, aspetto da mitologia Greca, Gioacchino Cataldo, era l’ottavo Rais della storia post ottocentesca delle tonnare di Favignana e Formica, fondate dai fenici e tramandatesi per millenni al centro del centro del Mediterraneo, nel punto di maggiore transito dei tonni.
Un metodo di pesca primordiale trasformato in attività industriale dai Florio, la prima grande dinastia italiana di tycoon, di grandi magnati, a cavallo fra il Regno delle due Sicilia, l’unità d’Italia e la grande guerra.

Nel 1874 Ignazio Florio fece realizzare a Favignana dall’architetto Giuseppe Damiani Almeyda un grande stabilimento, il primo dell’era industriale, e introdusse assieme al criterio ancora sconosciuto della catena di montaggio il rivoluzionario metodo della bollitura e conservazione del tonno inscatolato sott’olio.
I giganteschi tonni venivano incanalati e pescati nella grande tonnara, un labirinto di reti che venivano calate in mare nella tarda primavera lungo le coste di Favignana, la principale isola dell’Arcipelago delle Egadi, che divenne così la capitale mondiale del tonno in scatola.
Le tonnare utilizzavano centinaia di pescatori governati da un capo assoluto: il Rais, scelto fra i più esperti e saggi tonnaroti. E Gioacchino Cataldo pescatore di tonni dello stabilimento Florio fin dall’età di 14 anni, è stato l’ultimo prescelto ed ha ricoperto il ruolo con grande dignità e senso del dovere per 11 anni, fino a quando, nel 2007 si è svolta l’ultima mattanza.
La fine dell’epopea delle tonnare è stata determinata dalla selvaggia caccia ai branchi di tonni, già nell’Atlantico,prima ancora che possano superare lo stretto di Gibilterra per riprodursi nel Mediterraneo.
Ricerca e caccia condotta con satelliti, droni e veloci navi fattorie giapponesi, che pescano e iscatolano, e non lasciano scampo ai tonni. Un gravissimo depauperamento delle risorse ittiche più volte denunciato dal gigante buono di Favignana, Gioacchino Cataldo, al quale tutti i pescatori e i fedeli tonnaroti tributano ora l’ultimo saluto canticchiando sommessamente i versi della cialoma:” Aja mola e vai avanti…Gesù Cristu cu li santi…e lu santu sarvaturi…e criasti suli e luna..Aja mola, aja mola”
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1