La tragedia infinita dell’Afghanistan
Capitale di tutte le stragi Kabul è ormai soltanto il tragico epicentro di un Afghanistan che da secoli galleggia sul sangue di massacri e guerre. Un buco nero che inghiotte invasori e pacificatori, fanatici e organizzazioni umanitarie.
L’impressionante escalation di attentati e attacchi sta rendendo insostenibile anche la presenza delle forze Nato e Usa. “Quello di sabato a Kabul, con un centinaio di vittime e un’infinità di feriti e distruzioni, non è soltanto uno degli attacchi terroristici in assoluto più sanguinosi degli ultimi anni e tra i più violenti della recente storia Afghana, ma porta anche il marchio del conflitto inesauribile tra sunniti e sciiti che contraddistingue come una tragica faida la guerra civile in Siria, Yemen e adesso l’Afghanistan” sottolinea Arduino Paniccia analista di strategie militari e di geopolitica.

- Cause collaterali?
L’atteggiamento contraddittorio della difesa Usa è il maggior alleato dei talebani.
- Situazione complessiva?
A quasi 20 anni dall’inizio dell’intervento occidentale a Kabul per liberare il paese dai talebani e dai terroristi di Osama Bin Laden il bilancio odierno non è consolante. Anche noi italiani partecipano alle operazioni con un tributo anche di perdite, ma se Al Qaeda è stata sconfitta non altrettanto possiamo dire dei talebani che ogni anno danno inizio alla loro offensiva di primavera e ora dobbiamo constatare che a loro si sono uniti anche i reduci dello sconfitto sedicente stato islamico”
- Prospettive?
Nonostante non vi sia paragone del miglioramento rispetto a vent’anni fa e l’attuale situazione economica e sociale del paese, gli obiettivi della missione Isaf e Nato sono ben lungi dall’essere raggiunti. I talebani sono ancora in grado di attaccare e terrorizzare almeno in meta distretti del paese. Il traffico della droga é prosegue indisturbato dall’essere stroncato, la destabilizzazione é sempre alle porte. Tuttavia il ventilato ritiro del contingente Usa significherebbe buttare al vento tutti i sacrifici e gli sforzi per l’Afghanistan. Ma soprattutto riconsegnerebbe il paese ai terroristi che ne farebbero quello che l’Afganistan era nel 2000: la patria e la base del terrorismo islamico mondiale. L’ ipotesi di abbandonare il paese a se stesso va assolutamente cancellata.
- Un Vietnam non è bastato?
Quando dopo l’attentato delle torri gemelle gli Usa decisero di combattere sul terreno Al Quaeda in Afghanistan nessuno avrebbe potuto ipotizzare che quella decisione avrebbe significato per le forze armate americane la più lunga guerra mai sostenuta dagli stati uniti. In realtà a spingere W. Bush è stata la scelta strategica della cosiddetta frontiera avanzata ovvero il controllo militare di una vasta area alle porte dell’ Asia comprendente anche il Pakistan e la penetrazione oltre il Golfo di uomini e basi.
- Soluzioni possibili?
Assieme all’intervento militare è ora essenziale assicurare anche un sostegno economico e avviare lo sviluppo dell’Afghanistan.