Annamaria Furlan: le proposte dalla Cisl per il rilancio dell’occupazione
Europa, lavoro, fisco, politiche sociali, ma anche sicurezza sul lavoro e garanzie per i giovani, questi i punti essenziali delle proposte per il buon governo e lo sviluppo economico dell’Italia che il Segretario Generale della Cisl Annamaria Furlan pone all’attenzione delle forze politiche e del mondo economico. ” Occorre una vera “agenda” di Governo espansiva che non punti a cancellare ciò che é stato fatto negli anni precedenti. Il lavoro e la sua tutela rappresentano la prima e la più grave questione sociale del paese, come ha detto il Presidente della Repubblica” sottolinea la leader della Cisl.
- Incertezza dei risultati, festival delle promesse, indeterminatezza o eccesso di decisionismo dei programmi: cosa la preoccupa maggiormente della campagna elettorale?
“tiamo assistendo finora ad una campagna elettorale molto confusa. Il populismo e la demagogia rappresentano una deriva pericolosa per il nostro paese in una fase in cui al contrario abbiamo bisogno di interventi concreti e misure pe rafforzare la crescita economica. Abbiamo presentato ai partiti un ventaglio di proposte concrete e realizzabili su Europa, lavoro, fisco, politiche sociali. Noi vogliamo dare il nostro contributo in autonomia, come abbiamo sempre fatto. Non si va da nessuna parte con l’autosufficienza della politica. Occorre il dialogo sociale e la ricerca del massimo consenso sulle decisioni da intraprendere.
- Da dove dovrà iniziare il nuovo governo per rimettere in sesto il rapporto lavoro-occupazione-pensioni?
Questo obiettivo si può raggiungere con il rilancio del dialogo sociale, con un impegno collettivo delle istituzioni, delle imprese e del sindacato. Nessuno può pensare di essere autosufficiente o di farcela da solo. Anche sulle pensioni non abbiamo bisogno di proposte irrealistiche ma di completare la revisione della legge Fornero che abbiamo già avviato in questi due anni con interventi seri che consentiranno a tanti lavoratori di anticipare l’uscita pensionistica. Ora bisogna modificare il sistema di calcolo contributivo che penalizza troppo i giovani e studiare una pensione di garanzia per chi entra tardi nel mondo del lavoro ed ha periodi discontinui di contribuzione.
- Proposte per privilegiare e incentivare l’occupazione giovanile?
Il lavoro per i giovani si crea favorendo una maggiore crescita economica del paese, con una politica industriale innovativa e rispettosa dell’ambiente e cambiando a livello europeo le regole troppo rigide del fiscal compact in modo da consentire maggiori investimenti pubblici in infrastrutture, ricerca, innovazione, tutela del territorio. Bisogna ricomporre le antiche fratture occupazionali, sociali ed infrastrutturali tra il Nord ed il Sud ( un tema finora completamente assente nella campagna elettorale italiana) superando tutti quei veti politici, burocratici e culturali che ostacolano la costruzione trasparente e rapida delle opere pubbliche. Dobbiamo tutti porci l’obiettivo di far decollare finalmente le politiche attive del lavoro ed una vera alternanza scuola- lavoro in modo da incrociare la domanda con l’offerta dei nuovi lavori. Ed approvare finalmente una normativa che favorisca la partecipazione dei lavoratori nell’indirizzo e nel controllo degli investimenti delle imprese.
- Come ritiene possa evolvere, nella 18esima legislatura, il confronto Confindustria-politica-sindacato?
Non bisogna cancellare quello che é stato fatto in questi ultimi anni. Abbiamo bisogno di un patto forte tra politica e parti sociali sugli investimenti, sulla nuova politica industriale rispettosa dell’ambiente, sulle competenze e sull’innovazione tecnologica. Bisogna puntare sulla valorizzazione del fattore umano, sulle politiche attive e sulla formazione 4.0 per i lavoratori per avere una maggiore qualità in tutte le aziende ed in tutti i settori produttivi . La politica deve agevolare questo percorso e questi obiettivi. Dobbiamo proseguire sulla strada del dialogo e dei patti regionali e territoriali, in cui tutti i soggetti assumano impegni reciproci. Il sindacato deve fare la sua parte, come facciamo già in tante aziende. Nei prossimi giorni speriamo di chiudere l’accordo con Confindustria sul nuovo sistema contrattuale che potrà incidere con una forte alleanza tra imprese e sindacati per il rilancio della produttività e dei salari, puntare sulla partecipazione dei lavoratori , stimolare lo sviluppo di nuove attività produttive e dell’occupazione nel sud.
- E l’evoluzione del confronto con Cgil e Uil?
L’unità sindacale é sicuramente fondamentale per ottenere maggiori risultati nella nostra azione. Una unità sindacale concreta, con proposte chiare ed obiettivi raggiungibili, senza egemonie e veti, ma nella consapevolezza che esistono in Italia diverse culture e specificità sindacale che vanno conciliate con grande senso di responsabilità