Il coronavirus continua a fare strage di pazienti: sono 793, una cifra impressionante mai finora raggiunta, le vittime delle ultime 24 ore. Un picco che fa balzare il totale dei decessi a 4.825 .
Fa sperare in una inversione di tendenza comunque il notevole aumento delle guarigioni che hanno toccato quota 6.072. I casi attualmente positivi sono 42. 681, dei quali 22.116 in isolamento domiciliare, 17.708 ricoverati e 2.857 in terapia intensiva.
Questo il quadro complessivo regione per regione fornito dalla Protezione Civile:
Sul fronte dell’analisi epidemiologica c’è ancora molto da capire, e da scoprire, su come e quando colpisce mortalmente il covid-19.
Dopo tutta una serie di particolareggiate e specifiche analisi, l’Istituto Superiore di Sanità ha infatti stabilito che sono soltanto sei le persone decedute esclusivamente a causa del covid-19 e che non presentavano patologie pregresse tali da causarne la morte.
Lo ha chiarito lo stesso Istituto, nel rapporto reso pubblico sulle caratteristiche dei decessi dei pazienti affetti da coronavirus.
Il dato – viene specificato dall’Iss – è stato ottenuto esaminando un totale di 481 cartelle, rispetto ai 3.200 deceduti inseriti nel rapporto: il 15 per cento del campione complessivo.
Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 2,7 per paziente.
Complessivamente, 6 pazienti, pari all’1,2 per cento del campione, non presentavano alcuna patologia pregressa.
Altri 113, pari al 23,5 per cento, presentavano 1 patologia pregressa; 128 presentavano 2 patologie (il 26,6 per cento); e ben 234, pari al 48,6 per cento, presentavano 3 o più patologie pregresse.
Quanto alla componente anagrafica, il rapporto dell’Iss rileva che al 20 marzo sono 36 i pazienti deceduti positivi al Covid-19 di età inferiore ai 50 anni.
Il dato si basa sempre sulle 3.200 cartelle cliniche di pazienti deceduti prese finora in esame da parte dell’Istituto. In particolare, 9 di questi avevano meno di 40 anni: si tratta di 8 persone di sesso maschile e di una di sesso femminile, con età compresa tra i 31 e i 39 anni.
Di 2 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, mentre gli altri 7 presentavano gravi patologie pre-esistenti, come patologie cardiovascolari, danni acuti ai reni, patologie psichiatriche, diabete e obesità.
L’insufficienza respiratoria, però, è stata la complicanza più comunemente osservata fra i pazienti affetti da coronavirus e deceduti, rincontrata nel 96,5 per cento dei casi.
Seguono il danno renale acuto, nel 29,2 per cento dei casi, danno miocardico acuto, nel 10,4 per cento, e la sovrainfezione, con l’8,5 per cento dei casi.
Fonte: com. Iss Agenzia Nova