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Bergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro: prospettive di svolte antimafia

Borsellino e la stagione delle stragi: torma la speranza di fare giustizia Bergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro prospettive di svolte antimafia

Anniversario numero 26 diverso rispetto alla cupa sensazione di ingiustizia e di impotenza che hanno caratterizzato fino adesso le tristi ricorrenze del 19 luglio 1992, il giorno della strage di via D’Amelio.

C’è attesa e speranza che venga finalmente imboccata la via della verità e della giustizia tante, troppe volte svanita a causa di oscuri retroscena.

Una nuova prospettiva aperta dalle 1865 pagine di motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Caltanissetta al processo quater sulla strage costata la vita a Paolo Borsellino e a cinque agenti di scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Attorno all’inchiesta su via d’Amelio, ha denunciato la Corte d’Assise presieduta da Antonio Balsamo, Giudice a latere Janos Barlotti, si è consumato “uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana“. I magistrati hanno inoltre verificato che “c’è un collegamento tra il depistaggio e l’occultamento dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, sicuramente desumibile dall’identità di uno dei protagonisti di entrambe le vicende”.

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Lettura della sentenza della Corte d’Assise di Caltanissetta presieduta da Antonio Balsamo

Due frasi lapidarie e che delineano scenari gravissimi e sconvolgenti riguardanti alti esponenti investigativi e dei servizi di sicurezza, accusati di favoreggiamento nei confronti degli stragisti mafiosi. Il protagonista al quale fanno esplicito riferimento le motivazioni della sentenza di Caltanissetta è il Prefetto Arnaldo La Barbera, deceduto nel 2002  ed allora capo della Squadra Mobile palermitana e successivamente Questore di Palermo, Napoli e Roma, nonché Direttore della Polizia di Prevenzione ed infine vice Direttore del Cesis, l’organismo di coordinamento dei servizi di intelligence.

Bergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro prospettive di svolte antimafia La Barbera
Arnaldo La Barbera

“ I magistrati ritengono che l’allora Capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera, sia stato il principale ispiratore del falso pentito Scarantino” afferma l’inviato del quotidiano La Repubblica Salvo Palazzolo, scrittore e giornalista fra i più impegnati nella ricerca della verità sulle stragi del 23 maggio e del 19 luglio 1992.

Bergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro prospettive di svolte antimafia Salvo Palazzolo
Salvo Palazzolo

Cui prodest: a vantaggio di chi avrebbe depistato quello che per anni è stato considerato un superpoliziotto?

«La Barbera, sostengono le motivazioni della sentenza di Caltanissetta, non fu animato da ansia di risultato e di giustizia a tutti i costi, ma da interessi oscuri, ancora da chiarire. Il caso più eclatante: a Scarantino venne suggerito di parlare di una Fiat 126, era per davvero quella l’autobomba, come confermerà Spatuzza nel 2008. Come faceva La Barbera a saperlo? Chi suggerì al suggeritore? Questa storia è ancora fitta di misteri».

Via D’Amelio e Capaci: che idea ti sei fatta?

«Credo che la chiave del mistero sia nelle parole rubate: dopo l’eccidio di Capaci, qualcuno entrò nell’ufficio di Falcone, al ministero della Giustizia, per manomettere i suoi computer e far scomparire un diario. Dopo la bomba di via D’Amelio, fecero invece scomparire l’agenda rossa di Borsellino. E non agirono certo i mafiosi, ma uomini con un distintivo in tasca, non sappiamo ancora quale».

Arnaldo La Barbera sembra trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto, dalle stragi di mafia al G8 di Genova. Quanto c’è ancora da scoprire sul suo vero ruolo?

«I vertici dell’Aisi, l’Agenzia di intelligence per la sicurezza interna, hanno rivelato alla procura di Caltanissetta che La Barbera aveva un rapporto di collaborazione con il vecchio Sisde, ma non sappiamo di cosa si sia occupato esattamente. Bisognerebbe fare una nuova ricerca negli archivi dei servizi segreti».

Bergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro prospettive di svolte antimafia
Foto segnaletiche di Matteo Messina Denaro

Quale il legame occulto fra terrorismo mafioso, politica e apparati deviati e non? Quando si sono interrotti questi legami e soprattutto se ne verrà a capo?

«Questa è una storia di grande attualità, che ruota attorno a Matteo Messina Denaro, il capomafia che conosce il segreto delle stragi, per avervi partecipato: la sua latitanza, che dura ormai dal giugno 1993, è l’espressione più drammatica di quei legami occulti, che significano protezione e nuovi affari. Legami occulti che legano passato e presente dell’organizzazione mafiosa».Bergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro prospettive di svolte antimafia

Assieme alla riapertura ad ampio raggio delle verifiche investigative, a rendere ulteriormente diversa la prospettiva del 26° anniversario della strage Borsellino si aggiungono due elementi di notevole spessore.

ergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro prospettive di svolte antimafia Lucia Manfredi e Fiammetta Borsellino
Lucia Manfredi e Fiammetta Borsellino

Il primo è la determinazione, l’intransigenza e la forza d’animo con cui i tre figli del magistrato, Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino, chiedono venga fatta luce sulla strage. Una richiesta che muove esclusivamente da sentimenti di giustizia e non di vendetta. Come hanno evidenziato i colloqui che Fiammetta ha avuto in carcere con due dei presunti assassini del padre, i boss Filippo e Giuseppe Graviano.  ergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro prospettive di svolte antimafia Giuseppe e Filippo Graviano

L’altro aspetto riguarda la grande speranza e l’attesa per la visita del 15 settembre a Palermo di Papa Francesco.

Bergoglio, che ad ogni occasione ribadisce la scomunica e la ferma condanna dei padrini e dei gregari delle cosche, commemorerà il 25° anniversario dell’assassinio del Beato don Pino Puglisi, un sacerdote missionario in odore di santità, umile e indifeso, fatto assassinare dai fratelli Graviano.Bergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro prospettive di svolte antimafia

Parroco del quartiere palermitano di Brancaccio Padre Puglisi venne freddato con un colpo di pistola alla testa perché attraverso il Vangelo educava alla non violenza e al rifiuto di cosa nostra gli scolari e i giovani della periferia dominata dai Graviano.

La speranza è che il vibrante appello al pentimento che Papa Francesco rivolgerà ai mafiosi, il forte impatto carismatico e la straordinaria capacità del Pontefice di convertire scettici, atei, cinici e criminali, possano davvero avviare una nuova e straordinaria stagione di pentimenti fra i boss.

Bergoglio Borsellino Puglisi La Barbera Graviano Messina Denaro prospettive di svolte antimafia Don Pino Puglisi
Padre PinoPuglisi

Prospettiva donchisciottesca? Forse. Ma è lo stesso Miguel De Cervantes, autore del Don Chisciotte, a sostenere che “ un buon pentimento è la migliore medicina contro le malattie dell’anima.”

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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