Biden world. America together, non più first. Il Presidente degli Stati Uniti ricompatta l’occidente con una leadership incentrata sulla convinta condivisione delle ragioni ideali e sostanziali delle alleanze.
Reduce dal rapido successo della campagna di vaccinazione, seguito dall’immediato e poderoso rilancio dell’economia Usa, il metodo della dottrina Biden (analisi, incisività, azione) convince e motiva l’Europa e l’Alleanza Atlantica.

Convince soprattutto la chiarezza e l’esperienza con la quale il 46° Presidente degli Stati Uniti affronta le difficili e sfaccettate problematiche della pandemia, dell’ambiente e della contrapposizione fra Europa e Washington da una parte e Cina e Russia dall’altra.
“In particolare la Cina che è stata espressamente indicata come un forte rischio militare per la Nato” spiega l’analista di strategie geopolitiche Arduino Paniccia, Presidente della Scuola di Guerra Economica e Competizione Internazionale di Venezia.

Bilancio del vertice dell’Alleanza Atlantica?
Il vertice Nato di Bruxelles ha affrontato molti punti nevralgici per l’Alleanza, dalla minaccia Russa, alle relazioni con i paesi del Golfo e Iran, dalla necessità di affrontare il cambio climatico, allo spazio. I leaders dei 30 stati membri hanno affrontato inoltre i temi della sicurezza, del terrorismo e della rete criminale transnazionale in continua espansione.

Cosa allarma in particolare della Cina?
E’ stato sottolineato con estrema preoccupazione l’aumento di armamenti nucleari e di missili intercontinentali cinesi, la corsa agli armamenti e la modernizzazione delle forze armate di Pechino. La Cina non era fino ad oggi mai stata citata non solo come competitore ma anche come avversario che mette a rischio la sicurezza mondiale. Il segretario Generale della Nato Stoltemberg ha rimarcato la frequenza degli attacchi cyber cinesi contro enti Istituzioni e imprese occidentali e facenti parte della Nato e l’arrembaggio infrastrutturale cinese nei paesi del sud est asiatico, in Africa e nei Balcani. Riguardo quest’ultima regione strategica per l’Europa è stato citato il caso eclatante del Montenegro paese di recente adesione alla Nato che deve oltre un miliardo di dollari ai cinesi per una autostrada che finisce nel nulla.

In quale contesto nucleare internazionale si muove la Cina ?
La Repubblica popolare cinese non ha mai aderito a nessun trattato di limitazione né degli armamenti nucleari né convenzionali. Allo stato attuale Pechino potrebbe quindi dotarsi non solo di un numero di testate indefinito, ma anche di vettori sottomarini, aerei spaziali e droni senza alcuna riserva. Una situazione grave che non prevede alcun controllo. Ogni segnale di condurre trattative in questo senso è stata accolta da Pechino in maniera molto opaca, anzi non è noto alcun vero dettaglio in particolare sull’ alleanza in questo campo con la Federazione Russa e il gruppo di Shangai del quale oltre la Cina e Mosca fanno parte Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Per non parlare delle gravi incognite sulle responsabilità dei laboratori batteriologici militari di Wuhan, se non nella creazione quanto meno nella diffusione del virus del Covid 19.
Dalla grande muraglia al Cremlino?
“Le nostre relazioni con la Federazione Russa sono al punto più basso sin dai tempi della guerra fredda” ha ammesso amaramente Stoltenberg. Che ha aggiunto: ”restiamo su posizioni dure e difensive ma contiamo molto sulle prospettive dell’imminente summit di Ginevra tra Putin e Biden”. È chiaro, da quanto emerge, che Biden seguendo l’ andamento dei lavori Nato cercherà di divaricare ove possibile le posizioni russe da quelle cinesi.

Come ?
Vi sono molti punti di contatto che il Presidente Usa può utilizzare per rendere meno coriaceo e granitico l’ asse russo cinese, che almeno da un punto di vista militare e territoriale è davvero impressionante. Dalle sanzioni all’Ucraina, dal Mediterraneo all’Iran e alla Siria, ma anche clima, transizione energetica e lotta alla pandemia possono essere punti di contatto e nello stesso tempo punti di frizione con Putin. Da politico esperto, l’inquilino della Casa Bianca sceglierà l’opzione più favorevole. Ma una cosa al momento sembra certa: Biden non farà conferenza stampa congiunta finale con Putin, “che sa raggirare l’ audience troppo bene” una premessa che la dice lunga su quella che sarà atmosfera dell’ incontro.
