Cani antitumore: il fiuto che scopre le cellule tumorali

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Cani antitumore il fiuto che scopre le cellule tumorali
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I cani che fiutano le cellule tumoraliCani antitumore il fiuto che scopre le cellule tumorali

Se ne parla da anni, ma ora l’efficacia e la funzionalità del fiuto dei cani nella prevenzione oncologica è stata certificata da una qualificata struttura scientifica: l’ospedale Humanitas di Castellanza.

La nuova frontiera dell’individuazione, quanto più anticipata, della formazione di cellule tumorali è rappresentata dall’olfatto canino.Cani antitumore il fiuto che scopre le cellule tumorali

Una sperimentazione già collaudata negli Stati Uniti e nel Regno Unito, pionieri dell’addestramento di cani anti tumore, ma anche in Filnadia, all’Università di Helsinki che ha avviato il progetto Wise Nose con 12 cani.

In Italia il successo della sperimentazione si deve a Liù, un pastore tedesco in forza all’ospedale Humanitas di Castellanza.

Liu’  è capace di fiutare con successo, nel 98% dei casi, la presenza di un tumore alla prostata in fase iniziale.

L’idea che i cani siano in grado di individuare la presenza di un tumore nasce nel 1989 con una pubblicazione sulla storica rivista scientifica britannica The Lancet.

La ricerca descriveva la storia di un dalmata che, dopo aver annusato per mesi un neo sulla gamba della padrona, permise che se ne riconoscesse la natura maligna.Cani antitumore il fiuto che scopre le cellule tumorali

Da quel giorno è stato un susseguirsi di ricerche analoghe. Dalla prima vera pubblicazione nel 2006 sul British Medical Journal, al caso di Liù la scienza medica è costellata di esempi del genere.

Il segreto che sta alla base della capacità di alcuni cani – opportunamente addestrati – di riconoscere la presenza di un tumore fiutando le urine, ma vale anche la saliva e il respiro,  risiede nelle loro straordinarie capacità olfattive. L’idea di fondo è semplice: alcuni tumori, per via della loro localizzazione, sono in grado di secernere alcune molecole, i famosi biomarker, all’interno di sangue, urine, saliva e a livello del tratto respiratorio. Poterle individuare è di fondamentale importanza per la diagnosi precoce. Nella lotta ai tumori infatti questo concetto è tutto: prima si individua la malattia e maggiori sono le probabilità di successo.

Alcuni cani – come il caso di Liù e di tanti altri – sembrerebbero addirittura battere i normali test diagnostici oggi in uso.cani-antitumore-il-fiuto-che-scopre-le-cellule-tumorali

Un fatto curioso che ha spinto nel tempo gli scienziati a mettere a punto dei veri e propri nasi elettronici. E di prototipi ce ne sono già diversi.

L’idea di fondo è quella individuare l’insieme di composti chimici che i cani percepiscono con l’obiettivo di creare un naso artificiale in grado di simulare l’olfatto canino. Una soluzione molto più percorribile rispetto all’addestramento  di cani negli ospedali.

L’idea non deve però far dimenticare che il campo della diagnosi precoce sta facendo notevoli passi avanti, come nel caso dell’individuazione molecolare dei micro-RNA, le piccole molecole endogene di acido ribo nucleico,  rilasciate dal tumore nel circolo sanguigno.Cani antitumore il fiuto che scopre le cellule tumorali

Fonte: Agenzia Italia

 

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