Pubblichiamo l’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia dal Generale Leonardo Tricarico sul segreto di Stato che copre alcune clausole delle concessioni autostradali

Segreti di Stato e valanghe di miliardi. 43 vittime di un crollo preannunciato, che si poteva scongiurare, e le invisibili incognite per l’accertamento della verità. Misteri e paradossi che rendono, se possibile, ancora più doloroso e intollerabile il calvario di chi ha perso la casa, dei familiari di quanti hanno perso la vita e che, complessivamente, rischiano di allungare i tempi dell’inchiesta giudiziaria sulle cause del collasso del ponte Morandi di Genova.
Sul sangue che arrossa le macerie del viadotto, grava soprattutto il paradosso di uno Stato che da una parte, dopo avere investito migliaia di miliardi di lire per realizzarle, cede ai privati la gestione di autostrade particolarmente redditizie, che stanno per ripagarsi da sole, e contemporaneamente non solo rinuncia alla funzione di controllo, ma impedisce anche che possa essere esercitata da altri apponendo il segreto di Stato sul alcune parti del contratto di concessione.
Segreto di Stato per tutelare quale interesse nazionale? Per coprire chi e cosa? ci si chiede da più parti. “Sono convinto che possa trattarsi di un abuso. Il segreto di Stato si è trasformato in un abuso per impedire la trasparenza delle procedure e l’accessibilità agli atti” denuncia senza mezzi termini il Generale Leonardo Tricarico, esperto di intelligence, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e attualmente Presidente della Fondazione Icsa, per la formazione in ambito Nato di analisti e specialisti di intelligence.
- Ma quale l’obiettivo del segreto di Stato, che riguarda essenzialmente aspetti attinenti la sicurezza nazionale, in relazione alle infrastrutture autostradali?
“Lo scopo primario del segreto di Stato è quello di evitare di rendere pubbliche informazioni sensibili. Per le infrastrutture, per esempio, le informazioni riguardanti la realizzazione di commesse e opere strategiche o edifici adibiti a sedi operative dei servizi di intelligence.”
“Non si fa un bando pubblico, ma si segreta la gara bypassando le normali procedure. Principio che sancisce il diritto dello Stato a tutelare la propria sicurezza ed evitare le conseguenze che potrebbero derivare dalla diffusione di dettagliate notizie tecniche. E però questo strumento di garanzia negli anni è stato strumentalizzato e abusato. Lo sanno tutti nella comunità di intelligence, ma i retroscena sono sfuggiti alla percezione dell’opinione pubblica”
“Per citare un caso noto, il commissariamento delle opere per i grandi eventi per il G8, che doveva svolgersi nel 2009 alla Maddalena e che poi venne spostato, all’ultimo momento, dopo il terremoto, a L’Aquila”
- E che c’entrano le clausole della concessione per le autostrade?
“Il punto è proprio questo. Non riesco davvero a capire, per quanti sforzi abbia fatto, cosa ci possa essere di tanto riservato, da coprire col segreto di Stato, nell’appaltare un servizio pubblico come le infrastrutture dei trasporti. Nonostante vi abbia riflettuto molto faccio fatica a trovare una ragione, un solo motivo, per dovere tutelare addirittura col segreto di Stato un contratto di concessione autostradale. Qualcuno dovrà spiegare e giustificare le motivazioni addotte per apporre il segreto di Stato a talune clausole. Ripeto: sono più portato a pensare ad un abuso”
- Un abuso al quale è possibile rimediare?
“Certo, se non lo ha già fatto, il Premier Giuseppe Conte farebbe bene a rendere immediatamente consultabili questi atti, rimuovendo il segreto di Stato”
- E se invece, nonostante l’annunciata revoca della convenzione per la gestione autostradale, si registrassero resistenze e ulteriori ritardi?
“Sarebbe strano che la rimozione ritardasse, se non altro per motivi temporali, perché si tratta di situazioni datate, che non vedo per quali ragioni dovrebbero essere ancora mantenute segrete“ 