#Gioco d’azzardo: cip sulla Brexit
Brexit d’azzardo: rien ne va plus. Network delle case da gioco e delle slot machine,video poker e roulette on line pronte all’esodo per non rischiare che la Brexit sbanchi le multinazionali britanniche e internazionali del gioco d’azzardo che attraverso il Regno Unito, Gibilterra e l’isola di Mann hanno ramificazioni in tutta Europa. Per evitare di vedere scemare o addirittura perdere le centinaia di miliardi di euro guadagnati ogni anno, i trust dell’azzardo hanno infatti l’esigenza di programmare per tempo l’inevitabile ristrutturazione aziendale che dovranno affrontar se alla Brexit si dovesse accompagnare l’uscita dal mercato economico europeo.
Ipotesi al momento interessatamente esclusa dalla Gambling Commission , l’ente britannico regolatore dei giochi d’azzardo, come si legge in un editoriale pubblicato su antoniodipietro.org dal titolo “La Gambling Commission comunica le ultime statistiche del settore iGaming”. Nell’ultimo anno, secondo i dati pubblicati da Casinonewdaily, il settore giochi ha totalizzato guadagni per 12,6 miliardi di sterline.
Con la Brexit le cose cambierebbero e non di poco. Ad esempio, la legge italiana prevede che gli operatori di giochi online e titolari di una licenza, siano società con sede nello spazio economico europeo (SEE) e che le infrastrutture tecniche hardware e software, dedicate alle attività oggetto della licenza, appartengano ad un paese dello SEE. Lo spazio economico europeo comprende i paesi dell’UE, ed anche l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia.
Se Londra uscirà dall’Unione europea, le società con sede nel Regno Unito, tra cui Gibilterra, sarebbero dunque prive dei requisiti richiesti da paesi come l’Italia e la Germania e probabilmente dovranno trasferirsi in un paese dell’Europa o cedere la loro licenza ad una società europea.
Per il solo rischio di una completa uscita dall’ UE le multinazionali del settore, ad esempio la Genting Malaysia Uk, leader internazionale dei casino e del gioco on line, starebbero pianificando l’abbandono dalla Gran Bretagna e del Peñón, la Rocca di Gibilterra, e potrebbero spostare i propri interessi a Malta, paese europeo a tutti gli effetti e già abbastanza tollerante nei confronti del gioco d’azzardo. La posta in gioco è enorme, stratosferica, e spesso a controllare in maniera occulta il banco ci sono gli interessi criminali, altrettanto colossali, del riciclaggio di narcodollari, tangenti e dell’evasione fiscale.