Più Napoleone che rivoluzione. L’affermazione dei principi di libertà, democrazia e giustizia della Rivoluzione francese hanno cambiato il mondo, ma è Napoleone Bonaparte che da due secoli rappresenta la quintessenza della Francia e dei francesi ed incarna lo spirito nazionale di Parigi. 
Anche se un recente articolo del quotidiano Le Parisien dal titolo “Napoleone, il bicentenario della discordia”, evidenzia l’inconciliabilità della grandeur napoleonica con le molteplici tragedie dell’assolutismo imperiale, il giudizio della storia resta in bilico fra la valutazione non soltanto della gloria delle vittorie militari e la constatazione col senno di poi dell’evitabilità delle sconfitte, quanto sull’attualità delle sue notevoli riforme amministrative, legislative, ed economiche che nonostante le guerre incessanti trasformarono la Francia in uno stato moderno. Con notevoli impatti anche negli stati in parte sotto il dominio napoleonico, come l’Italia
L’effetto più importante del sistema di governo introdotto da Napoleone, ancora avvertibile in tutta Europa, è senz’altro quello del Codice civile del 1804. Un insieme di leggi che regolarono i rapporti fra i cittadini in tema di matrimonio, famiglia, proprietà, lavoro e che, con l’eccezione della gravissima regressione della sottomissione delle donne agli uomini, diedero certezza e uniformità alle leggi francesi, codificando alcune delle più importanti conquiste della Rivoluzione: abolizione dei privilegi feudali, garanzia della proprietà privata, l’anagrafe dell’individuo come cittadino, libertà di iniziativa economica, uguaglianza davanti alla legge, istruzione pubblica gratuita e laica, libertà religiosa, libertà di lavoro. L’attività economica fu agevolata, anche con l’istituzione della Banca di Francia e protetta dalla concorrenza straniera con barriere doganali.
A Napoleone si deve anche la creazione di un corpo di funzionari statali. In pratica quella che poi divenne la burocrazia, che in epoca napoleonica si avvaleva di ispettori e prefetti che garantivano che le direttive del governo fossero attuate rapidamente in tutto lo stato.
Fondamentale, dal punto di vista igienico sanitario, anche l’editto di Saint-Cloud che impose lo spostamento delle sepolture al di fuori delle mura cittadine, in luoghi soleggiati e arieggiati, e in tombe che fossero tutte uguali, per evitare discriminazioni tra i defunti. Soltanto per le persone meritevoli era previsto che una commissione potesse decidere se far scolpire sulla tomba un epitaffio.
