In linea con il 50° anniversario del Padrino letterario e cinematografico di Mario Puzo e Francis Ford Coppola, a New York cosa nostra scatena una nuova faida per scegliere il vertice delle cosche siculo americane.
Una faida imprevedibile, dopo la trentennale tregua fra le terze e le quarte generazioni di boss e gregari, eredi dei capimafia emigrati in Usa all’inizio del secolo scorso.
Tregua determinata più dalle inchieste giudiziarie degli investigatori federali americani e dalle pesanti condanne inflitte a John Gotti, il boss dei boss deceduto in carcere, e agli altri don delle american family, che non dalla concorde spartizione di zone di influenza.

E che di inizio di faida si tratti è evidenziato dal nome e dall’appartenenza nell’ambito del gotha mafioso della vittima dell’agguato di Staten Island, a New York City: Frank Calì, 53 anni, capo riconosciuto dell’antica cosca dei Gambino, dal nome di Charles Gambino, storico e riconosciuto padrino delle famiglie siculo americane di cosa nostra, quelle dei Genovese, dei Lucchese, i Colombo e i Bonanno .
Il successore di Gambino, Paul Castellano venne fatto assassinare nel 1985 da John Gotti che assunse il comando della cosca.
Probabilmente sotto la cenere generazionale, alimentata dai forti interessi economici del narcotraffico, ha covato anche la vendetta degli eredi dei boss della famiglia Gambino fedeli a Castellano e che non hanno dimenticato le decimazioni e l’emarginazione dal business criminale imposte da Gotti e dai suoi successori, fra i quali appunto Frank Calì, figlio di una famiglia originaria di Palermo. E con frequenti contatti in Sicilia, tanto che anche nel capoluogo siciliano magistrati e investigatori hanno alzato il livello di attenzione e avviato controlli.
Per molti versi, l’agguato all’ultimo padrino dei Gambino riporta le lancette della storia criminale della mafia newyorchese indietro di oltre 20 anni, alla spietata gestione della cosca da parte di John Gotti che poi, accusato da un pentito venne arrestato e condannato all’ergastolo morì in carcere.
L’agguato a Calì, secondo una ipotesi investigativa, avrebbe infatti un filo conduttore interno alla famiglia Gambino. La cosca alla quale si ispirò per scrivere il Padrino Mario Puzo, sulla base dei racconti e delle confidenze di autentici capimafia sul ping pong di faide succedutesi negli anni a partire dal dopo guerra fra la Sicilia e gli Stati Uniti.