HomeRisvoltiIl sogno dell'Italia di Mattarella: democrazia pace e giustizia

Il sogno dell’Italia di Mattarella: democrazia pace e giustizia

Sventola al sole il tricolore del Quirinale che consacra con un colpo d’occhio mozzafiato sulla Città eterna la più intensa giornata di unità nazionale degli ultimi decenni.

Sarà la solennità del momento e l’umiltà ieratica di Sergio Mattarella, ma a partire dai circa sette secondi impiegati al Capo dello Stato per pronunciare sul filo dell’emozione la formula del giuramento, nell’aula della Camera, prima ancora della standing ovation dei parlamentari, sembra rimbalzare il plauso e il sospiro di sollievo degli italiani. Come conferma l’entusiasmo della folla che ha fatto ala al corteo presidenziale snodatosi fra il Colle, Montecitorio, l’altare della Patria e nuovamente il palazzo del Quirinale. Il sogno dell'Italia di Mattarella democrazia pace e giustizia

Ed è agli Italiani, che, con voce più ferma dell’esordio del 2015, il Presidente Mattarella si rivolge direttamente nel discorso d’insediamento, sancendo quell’inedito legame diretto che, bypassando i partiti, ormai unisce il vertice istituzionale e costituzionale ed il popolo italiano.

L’orizzonte di Mattarella è un’Italia più giusta con meno disuguaglianze e con i partiti che sono chiamati a rispondere alle istanze dei cittadinini, “perché – spiega – senza partiti coinvolgenti i cittadini sono soli e  indifesi”.Il sogno dell'Italia di Mattarella democrazia pace e giustizia

Essenziale, centrale e insostituibile il ruolo del Parlamento: “ritorno di fronte a questa assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione…Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni travagliati della scorsa settimana, travagliati anche per me”…

Gli snodi essenziali del discorso del Presidente riguardano: la stagione nuova del Governo di Mario Draghi, proiettato a far sì che l’Italia superi l’emergenza della pandemia e la crisi economica: i giovani, le riforme, la pace come baricentro del ruolo internazionale dell’Italia, la coerente adesione alla Alleanza Atlantica e alle alleanze internazionali.

” La stabilità – ha sottolineato il Capo dello Stato –  é fatta di dinamismo ed ora a correre deve essere il governo Draghi, per affrontare e risolvere i problemi reali: caro bollette, tasse, lavoro”.

Ma è significativamente sulla improcrastinabile riforma della giustizia e di un Csm “in grado di superare le logiche della appartenenza” che il Parlamento tributa in piedi una doppia standing ovation alle parole di Sergio Mattarella. “I cittadini devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’Ordine giudiziario”- ha affermato Mattarella sotto lo scrosciare degli applausi – ” e neppure devono avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la doverosa certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone”.Il sogno dell'Italia di Mattarella democrazia pace e giustizia

Se all’inizio del primo mandato Mattarella aveva assicurato che sarebbe stato, come in effetti è stato, un arbitro imparziale che auspicava la collaborazione dei giocatori, si può ipotizzare che nel secondo settennato l’arbitro si potrebbe avvalere di una sorta di Var costituzionale, cioé di un più assiduo monitoraggio del campo di giuoco della politica, ovvero l’efficienza e l’operatività delle istituzioni.

Un’evoluzione in progress determinata dalla fiducia sincera e condivisa che Sergio Mattarella ispira al Paese. La più lunga delle circa 20 standig ovation assieme agli oltre 50 applausi che hanno interrotto i 40 minuti del discorso, ha accompagnato per svariati minuti le semplici ed efficaci parole del conclusive del Presidente Mattarella:  “il Paese cresca nell’unità e nella concordia: siamo noi insieme i responsabili del futuro della Repubblica”.Il sogno dell'Italia di Mattarella democrazia pace e giustizia

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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