Virus, serpenti, pipistrelli: sembra scaturita dal degrado del più cupo medioevo l’origine del corona virus mutante la cui diffusione, nonostante i tentativi del regime comunista di ridimensionarne entità e gravità, si sta moltiplicando velocemente in varie provincie della Cina.
I casi di contagio si contano ormai a centinaia, mentre sul numero delle vittime persistono evidenti reticenze.
Tanto che dopo Wu han, ritenuta il focolaio del virus e dove sono stati bloccati tutti i trasporti pubblici, i treni e gli aerei, le autorità hanno isolato altre tre città, tutte con decine di milioni di abitanti: Huanggang, a 60 chilometri da Wuhan e la vicina Wenzhou, situata sul fiume Yangtze e Xianning. Tutte le 4 aree metropolitane sono state poste in quarantena. Ed a Pechino e in varie altre metropoli sono state cancellati i festeggiamenti per il capodanno cinese e proibito ogni forma di festeggiamento, pubblico e privato.
Uno studio appena pubblicato farebbe risalire, sulla base dei dati genetici, l’origine del virus cinese mutante, classificato con la sigla 2019-nCoV, che aggredisce spesso mortalmente le vie respiratorie, ad una degradante e inimmaginabile commistione fra uomini e animali.
Promiscuità che avrebbe innescato un micidiale cocktail fra i geni dei virus dei pipistrelli e dei serpenti. Ogni passaggio di specie, cioè da un animale all’altro e da animali agli uomini, comporta un adattamento del virus che si riflette in cambiamenti della sua informazione genetica.
A rendere se possibile più allarmante la situazione, c’è la conferma da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità che il nuovo coronavirus passa più facilmente da persona a persona di quanto pensato in un primo momento.
Se inizialmente il virus sembrava passare solo attraverso contatti ravvicinati come abbracci, baci o condivisione di utensili da cucina, ora emergono elementi che confermano la diffusione del virus per via aerea, in particolare attraverso starnuti e tosse. Una modalità di contagio analoga a quella dell’influenza o del morbillo.
Non è davvero il caso, ma se si volesse gettarla in politica, nonostante la gravità e i rischi di una situazione che fa temere la diffusione nella Repubblica popolare cinese di una tragica epidemia, si potrebbe commentare che il virus sfuggito agli asfissianti controlli e alla spietata repressione del comunismo made in Pechino, sta smascherando l’arretratezza e il degrado della Cina rurale.

Un degrado che evidenzia la distanza abissale, che grava interamente sulla pelle dei cinesi che popolano le province interne, dalla potenza economica, militare e ora anche spaziale che Pechino ostenta in tutto il mondo.
Foto copertina:The New York Times
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