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Importare telefoni cinesi dalla Cina conviene davvero?

importare-telefoni-cinesi-dalla-cina-conviene-davvero-6La Cina è ormai un partner commerciale a cui sempre più imprenditori italiani guardano con interesse. Già da alcuni anni esiste la possibilità di importare manufatti completamente Made in China o di affidare a stabilimenti cinesi la realizzazione di progetti Made in Italy.

Ma se per i più ingenui la Cina appare come l’Eldorado, la realtà è ben diversa: importare prodotti dalla Cina significa affrontare una serie di questioni produttive e legali che non possono e non devono essere sottovalutate. Non basta, insomma, scovare il miglior fornitore con i prezzi più bassi, ma occorre studiare con attenzione la tipologia di prodotto e le certificazioni che rendono il prodotto idoneo ad entrare nel nostro Paese.

Si rischiano, se non si esaminano con la giusta attenzione questi aspetti, confische dei prodotti alla dogana, distruzione del carico e multe salatissime. Perché, ricordiamolo, la responsabilità (a volte persino penale) di quello che si cerca di far entrare nel Paese è anche di chi importa oltre che di chi esporta.

Per poter entrare in Europa e di riflesso in Italia, i prodotti extracomunitari devono avere particolari certificazioni, diverse a seconda della categoria merceologica. L’elettronica è uno dei comparti che presentano le maggiori difficoltà a livello di certificazioni, eppure è anche quello che suscita maggior interesse negli importatori del belpaese. Sarà perché ha un mercato che non conosce crisi, o perché la manifattura cinese sta sviluppando una forte specializzazione in questo campo, il risultato non cambia comunque: sono ogni giorno di più i commercianti che accarezzano il sogno di fare business vendendo i prodotti tecnologici importati dalla Cina, in particolar modo gli smartphone e i tablet.
Facciamo perciò un po’ di chiarezza in questo mondo e cerchiamo di capire quando conviene davvero importare telefoni direttamente dalla Cina e quando invece è meglio cercare altri modelli di business.

Il problema delle certificazioni

I prodotti elettronici, e i cellulari in modo particolare, devono soddisfare condizioni molto restrittive per poter superare i controlli doganali. In Europa possono entrare solo i prodotti a marcatura CE. Non basta che il prodotto sia conforme, ma la conformità deve essere provata da un certificato rilasciato da un Ente accreditato.
Molto spesso i prodotti cinesi di elettronica costano meno perché non vengono rispettati alcuni standard produttivi che sono obbligatori per legge nel nostro Paese. Comprare questi prodotti si può rivelare un investimento del tutto sbagliato.Importare telefoni cinesi dalla Cina conviene davvero?

Se il prodotto non ha le certificazioni ma siamo sicuri che sia conforme, è possibile rivolgersi ad un Ente di certificazione, ma questa operazione può richiedere anche diverse migliaia di euro.
Inoltre, visto che il prodotto che deve ottenere le certificazioni non si trova in Italia, sarà necessario avere un intermediario in Cina o andare di persona. In entrambi i casi, si tratta di costi aggiuntivi da aggiungere a quelli di acquisto della merce.

Ci sono poi i casi dei certificati truccati, ovvero di merci che esibiscono sì il certificato di conformità, ma che in realtà non sono affatto conformi alle nostre direttive. Acquistare e cercare di rivendere prodotti con falsi certificati è un reato, ma per chi non ha esperienza nel settore può davvero essere difficile riconoscere un certificato falso da uno vero. Spesso la cosa più sicura è quella di affidarsi a società di intermediazione import/export specializzate in questo tipo di servizi. Il web è pieno di racconti di imprenditori italiani che si sono visti multare, confiscare e distruggere un carico a causa di un certificato falso o inesistente, perciò nessuno può permettersi di rischiare.

Il problema della qualità dei prodotti

Si pensa spesso che l’unico motivo per cui i prodotti importati dalla Cina costano di meno è perché la manodopera locale ha un costo così basso da permettere alle aziende cinesi di offrire prezzi concorrenziali.
Ciò è vero fino ad un certo punto: di sicuro la manodopera cinese costa meno rispetto a quella europea (ovviamente a discapito del rispetto dei diritti dei lavoratori locali), ma c’è da dire anche che i processi di produzione non sempre rispondono ai nostri standard di qualità e sicurezza, con problemi che si riverberano appunto sulle certificazioni.
Ma non è solo un problema di qualità. Anche se costruiti in maniera impeccabile, alcuni smartphone cinesi non vanno bene per il nostro mercato perché sono incompatibili dal punto di vista tecnologico con le nostre infrastrutture di rete.

Nel vasto mercato dei telefoni prodotti o venduti dalla Cina, spiccano infine altri due fenomeni. Il primo è quello dei telefoni cloni, ovvero cellulari con lo stesso design e le stesse features degli smartphone più famosi, ma privi di marca. I telefoni cloni hanno ovviamente prezzi molto bassi, ma venderli può rappresentare reato di ricettazione.
Il secondo fenomeno è quello dei rivenditori cinesi che millantano un listino prezzi molto bassi su telefoni di marca che cinesi non sono. Anche in questi casi bisogna prestare la massima attenzione, perché è praticamente impossibile che un rivenditore cinese riesca a trattare un telefono coreano (ad esempio un Samsung) ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Gli esperti del settore avvertono che molto probabilmente si tratta di telefoni difettosi, ricondizionati o addirittura falsi.

Importare telefoni dalla Cina in modo sicuro

Chi si improvvisa rivenditore di telefoni senza la giusta esperienza e conoscenza del settore, può essere indotto a pensare che basti cercare sul web un ecommerce di telefoni cinesi, acquistare uno stock e rivenderlo, magari addirittura senza possedere la partita IVA sfruttando vetrine come Ebay o Amazon. La realtà è molto diversa: bisogna infatti conoscere in modo dettagliato i prodotti per evitare di incorrere in merci non vendibili (incompatibilità di rete) o illegali (cloni o prodotti non a marchio CE).
Oggi esistono due strade per trattare telefoni cinesi in modo sicuro.
La prima è di acquistare partite di telefoni low cost solo dopo aver verificato il fornitore ed essersi accertati della veridicità dei certificati. Spesso è necessario affidarsi ad un valido intermediario che conosca le caratteristiche di entrambi i mercati e che indaghi sulla fattibilità della vendita del prodotto cinese in territorio italiano. In ogni caso, mai improvvisarsi importatori e soprattutto mai rischiare acquistando subito grandi quantità di prodotti, ma iniziare con un piccolo campione per testarne la qualità. Ricordate che in Cina vengono prodotti migliaia di altri prodotti a bassissimo costo che non devono rispettare gli stessi standard di qualità imposti all’elettronica di consumo. E allora, in caso di perplessità, potrebbe essere meglio cambiare prodotto piuttosto che rischiare.Importare telefoni cinesi dalla Cina conviene davvero?
Ma se l’elettronica è il vostro settore, siete dei rivenditori esperti e cercate nuove opportunità grazie al mercato cinese, potete andare alla ricerca di un fornitore cinese garantito, magari intraprendendo voi stessi un viaggio verso la Cina oppure affidandovi ad una società di intermediazione seria. Anche in Italia esistono alcune società di intermediazione che si occupano di sbrigare tutte le pratiche relative all’importazione, verificando la conformità dei prodotti dalla Cina. Una di queste è la AsiaImportal Limited che fa riferimento al portale Cinaimportazioni.it
La seconda strada prevede di accantonare l’idea di trovare da soli lo smartphone dei miracoli (ad un prezzo stracciato, di qualità, compatibile e a norma), sempre ammesso che esista, e rivolgersi invece a prodotti cinesi di qualità che hanno ormai sviluppato un ramo della produzione rivolto ai nostri mercati. Stiamo parlando ovviamente di Huawei e Xiaomi, che pur avendo mantenuto prezzi più che competitivi, sono ormai conosciutissimi e diffusi in tutta Europa e in Italia. Il vantaggio per chi vende questi telefoni è quello di poter offrire prezzi concorrenziali senza rinunciare alla qualità. Inoltre, trattandosi di brand ormai affermati, si sfrutta il potere di attrazione dei rispettivi marchi.

Non c’è il problema delle certificazioni, perché questi due marchi producono prodotti perfettamente compatibili con i nostri standard. Non c’è bisogno di comprare direttamente dalla Cina, perché i due brand hanno ormai sviluppato una rete capillare di rivenditori europei che trattano direttamente con la casa madre pur mantenendo un prezzo concorrenziale.

Anche interfacciandosi con un rivenditore italiano, ovviamente, bisogna saper scegliere con cura. Oltre a guardare al listino prezzi, occorre verificare i servizi offerti, perché oggi la vera differenza tra un rivenditore e l’altro è data proprio dal tipo di servizio. In Italia uno dei rivenditori di smartphone e accessori di telefonia Huawei è Eurotelefonia-Store, che abbina al proprio servizio di rivendita di smartphone un’ampia disponibilità di magazzino, utile per chi ha un negozio sul territorio, e la spedizione in dropshipping, utile per chi gestisce invece un e-commerce senza possedere il magazzino. Se oggi è la qualità a fare la differenza nella scelta tra un fornitore e l’altro, Eurotelefonia Store è un valido esempio di come l’attenzione al Cliente e l’utilizzo della soluzione commercio elettronico anche nel B2B siano vincenti.

Come abbiamo appena spiegato, le soluzioni per vendere telefoni cinesi esistono, ma occorre abbandonare l’idea che per creare un business di successo basti acquistare su Alibaba un lotto di smartphone per piazzarli sul mercato italiano. La realtà è più complessa e serve conoscerne ogni minima sfaccettatura per riuscire a creare un modello di business che funzioni davvero e che sia protetto da ogni rischio.

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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