Genio e capacità di realizzazione. Donne vincenti che puntano su loro stesse. Peculiarità essenziali nell’identikit delle imprenditrici, che denotano coraggio, passione e soprattutto successo.
Un successo conquistato sul campo di battaglia di mercati sempre più competitivi e a rischio scompensi.
Hanno una marcia in più ? Se sì non basta, se non è presente anche una spiccata sensibilità e una accentuata ambizione. Tanto che non c’è settore che non annoveri l’exploit di una imprenditrice.
I dati sull’imprenditorialità femminile realizzati da Confcommercio-Unioncamere sottolineano infatti come in Italia le donne imprenditrici siano ad oggi 1,3 milioni, con un aumento del 2,7% rispetto a 5 anni fa.
“Economicamente rappresentano un motore rosa che, a sua volta, genera occupazione per oltre 3 milioni di addetti” spiega Simona Petrozzi, manager del settore digitale e Presidente del Gruppo Terziario Donna di Confcommercio Roma.
- In che settori specifici le imprenditrici, come evidenziano le statistiche, intercettano i nuovi bisogni e moltiplicano gli ambiti lavorativi ?
Nel commercio e nel turismo gli occupati in imprese femminili sono oltre un milione, pari al 18,4% del totale. Mentre si arriva al 22,6% nel settore dell’alloggio e della ristorazione. Come Presidente di Terziario Donna Confcommercio Roma rappresento i settori del terziario, commercio e servizi ed ora anche le libere professioni. Settori nei quali le donne grazie alle loro “soft skills” riescono a dare il meglio. Ma le donne ancora non riescono ad emergere nel settore del digitale, della cybersecurity e nelle professioni tecnologiche dove invece potrebbero dare molto ma sono professioni ancora di appannaggio maschile.
- Perchè meno start up founder ?
Il gender gap costa all’Italia 5,7 punti di Pil e le giovani imprenditrici troppo spesso non trovano il supporto necessario per dar vita ai propri sogni. Personalmente sono fortemente a favore però “dell’imprenditoria consapevole” ossia come scelta e con una adeguata “cultura di impresa” e non per ripiego e per mancanza di lavoro, altrimenti molte start-up sono destinate a fallire.
- Soluzioni ?
Bisognerebbe favorire le competenze nel settore cosiddetto STEM “Science, Technology, Engineering and Mathematics”. La Commissaria europea responsabile per l’Economia e la società digitali, Mariya Gabriel, ha inaugurato a Bruxelles l’iniziativa Women4Cyber, lanciata dall’organizzazione europea per la cibersicurezza, European Cyber Security Organisation (ECSO). L’iniziativa mira ad aumentare il coinvolgimento delle donne nello sviluppo e nella promozione della cibersicurezza europea.
- Specificità italiane rispetto al protagonismo imprenditoriale femminile internazionale?
L’economia della bellezza, dell’arte e cultura come voci portanti del Pil del nostro Paese sono i settori vincenti per le donne. Come ha recente sottolineato la Presidente Nazionale di Terziario Donna Confcommercio Patrizia Di Dio, “le donne che sono calate in questa ‘economia della bellezza’ che si esprime con la cultura d’impresa che sa guardare lontano e che promuove comportamenti virtuosi sempre più attenti all’individuo e alla comunità, permeata delle specificità femminili di cura, visione dell’altro, ‘ricerca di senso’, coraggio, istinto ecologico, cultura, relazioni, solidarietà”.
- Quanto incide la web reputation delle imprenditrici e cosa è indispensabile fare per garantire l’impermeabilità della privacy e dei dati aziendali?
La web reputation ormai è un aspetto dal quale non si può prescindere. Ciò che viene detto di noi come imprenditrici e della nostra impresa online va continuamente monitorato e costruito. La nostra vita ormai è sia fisica che virtuale. Fondamentale è la rappresentazione della donna nella comunicazione, nei media ed il linguaggio utilizzato. Con la mia azienda che si occupa di web reputation, privacy, cyberbullismo etc. lavoriamo costantemente con percorsi di educazione digitale nelle scuole affinché le ragazze fin dalla più giovane età capiscano il valore dei loro dati personali sul web e soprattutto il valore della loro reputazione online. Ricordiamo il tragico caso di Tiziana Cantone e di tante altre vittime. Le donne spesso non hanno consapevolezza di come e quanto le loro immagini e i loro video possano essere messi a rischio dalla viralità del web. La cultura del dato personale online quindi e della relativa violazione ed abuso dello stesso. Solo così è possibile combattere ed arginare fenomeni come il cyberbullismo, il revenge porn, il cyberstalking etc.