Palermo liberata dalla mafia? E’ ancora prematuro sostenere, parafrasando la Gerusalemme di Torquato Tasso, che cosa nostra sia stata definitivamente sconfitta.

Assieme all’uccisione del Presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, commemorato il 6 gennaio, il 29° anniversario dell’assassinio compiuto il 30 aprile del 1982 del segretario regionale del Pci siciliano Pio La Torre e del suo collaboratore Rosario Di Salvo avvia tutta la triste serie di ricorrenze di delitti e stragi mafiose, da Falcone a Borsellino, da Scaglione a Boris Giuliano, da Chinnici a Gaetano Costa, da Beppe Montana a Ninni Cassarà, Bosio, Basile, Giaccone, Dalla Chiesa, De Mauro, padre Puglisi, Calogero Zucchetto Nino Agostino e tanti altri.
“La Palermo in cui Rosario Di Salvo e Pio La Torre sono stati uccisi era una città governata dalla mafia. Oggi la mafia non governa, ma c’é ancora” afferma il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che assieme alcuni studenti di varie scuole del capoluogo ha pulito la lapide commemorativa in via Li Muli sul luogo dell’agguato. Presenti anche Tiziana Di Salvo, figlia di Rosario, il Presidente del Centro Studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco, ed altri esponenti istituzionali.
Un atto simbolico e allo stesso pratico, per tenere sempre vivo il ricordo di chi é caduto nella lotta alla mafia e per far sì che anche le nuove generazioni siano impegnate in prima linea.

“Pio La Torre ha sviluppato il suo impegno nella lotta alla mafia comprendendo che bisognava colpire il cuore economico e finanziario dei mafiosi per intaccare il loro potere. C’e’ voluta la sua morte e quella del generale Dalla Chiesa per capire che un mafioso in carcere che mantiene il suo patrimonio é più pericoloso di un mafioso libero senza patrimonio” sottolinea il Sindaco Leoluca Orlando.
“La nostra generazione ha contribuito a sconfiggere le vecchie mafie. E’ compito delle nuove generazioni ripulire il nostro paese dalle nuove mafie, che sparano meno ma corrompono di più” gli fa eco il presidente del Centro Studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco che aggiunge “oggi é un giorno per ribadire che l’obiettivo é cambiare in meglio questo paese, con più giustizia e più democrazia.”

In vista degli anniversari delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio Palermo caratterizzerà le facciate di diversi palazzi con grandi tele di immagini dal forte valore simbolico. Murales di Falcone, Borsellino e don Pino Puglisi e varie opere saranno istallate in luoghi simbolo, dall’albero Falcone all’atrio dell’aula bunker del maxiprocesso.
Una Palermo, dunque, da tempo incamminata sulla via della liberazione da cosa nostra e che da capitale della mafia è comunque già diventata capitale dell’antimafia.
Fonte: Italpress
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.