Una vita dedicata agli ideali e ai valori del Giornalismo, con la G maiuscola, Sergio Lepri è scomparso a 102 anni come avrebbe davvero voluto: si è congedato dall’esistenza sulle righe dell’Ansa, la “sua” Agenzia del cuore e della vita che per prima ha battuto la notizia della morte dello storico ex Direttore.
L’addio ad uno dei principali protagonisti ed alfieri del giornalismo italiano ha fatto ripercorrere tutto lo strabiliante ed esemplare curriculum di Sergio Lepri. Nato a Firenze il 24 settembre del 1919, arrivò al giornalismo da partigiano durante la Resistenza, dirigendo il giornale clandestino del Partito liberale. Nel 1945 entrò alla Nazione del popolo, organo del Comitato di liberazione nazionale. Laureato in Filosofia, è stato caporedattore de Il Giornale del Mattino di Firenze dal 1953 al 1956; capo del Servizio stampa della Presidenza del Consiglio nel governo Fanfani dal 1958 al 1959; Direttore dell’agenzia Ansa dal 1961 al 1990 e docente di Linguaggio dell’informazione presso la Scuola di giornalismo dell’Università Luiss dal 1988 al 2004.
Assieme al ricordo, alla lezione di verità e al rimpianto in moltissimi giornalisti suoi discepoli, ormai ai vertici di giornali, radio, tv e on line, lascia anche una eredità tangibile fatta di manuali di linguaggio e di stile per l’informazione scritta e parlata.
” Ciò che dà un senso alla vita, lo dà anche alla morte” è la definizione di Antoine de Saint-Exupéry che più si attaglia alla statura storica e alla testimonianza di giornalismo di Sergio Lepri.