Artista nell’animo, Lando Buzzanca ha interpretato tutto e il contrario di tutto, ma sul palcoscenico della vita è rimasto il guascone di sempre, scanzonato e perennemente in bilico sul successo.
L’epigolo, in una settimana pre Natalizia funestata da altri due lutti nazionali che stannno commuovendo l’Italia, la scomparsa di protagonisti del mondo del calcio del calibro di Sinisa Mihajlovic e Mario Sconcerti, rappresenta un’ulteriore metafora della sua carriera sempre messa in secondo piano ed etichettata sulla scia dei riflessi di sovrastanti successi collaterali rispetto alle sue indubbie qualità d’attore completo: drammatico, comico e surreale.
Più che per la comparsata nel kolossal Ben Ur e nell’antologico “Divorzio all’italiana” con Charlton Heston e Marcello Mastroianni, per i ruoli da protagonista nello “Scandalo della banca romana” e ne “ I Viceré” oppure nel serial televisivo “ Il restauratore” , Buzzanca viene infatti identificato col “Merlo maschio”. Uno stereotipo maschilista dal quale non sì è più liberato.
Le ombre del tramonto non inficiano il valore complessivo dell’eredità del grande e generoso interprete della commedia e della tradizione teatrale italiana.
Un tratto umano che, a dispetto del cinismo di una critica spesso classista, o peggio ideologica, sta trasformando in una sorta di retrospettiva complessiva l’ultimo sipario della sua drammatica uscita di scena dalla vita.
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1