L’apocalisse del Pianeta: l’allarme degli scienziati al G7 di Giugno

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collasso ecosistema terra l'allarme degli scienziati al G7 di Giugno

Primi terribili riscontri agli allarmi inascoltati degli scienziati sui rischi di collasso dell’ecosistema del Pianeta. Scoperte in mare aperto delle ‘zone morte’ dove la vita è pressoché impossibile.

Si tratta di una vasta area dell’Oceano Atlantico, al largo delle coste dell’Africa occidentale, con livelli di ossigeno  talmente bassi da impedire la sopravvivenza dei pesci e all’interno della quale riescono a vivere solo alcune specie di microorganismi.

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A osservare il ‘Mare mortum’  i ricercatori guidati da Johannes Karstensen, dell’Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel in Germania, il cui lavoro è pubblicato sulla rivista Biogeosciences.

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Fino ad ora le uniche, ma molto circoscritte, zone morte conosciute erano quelle nei pressi dei litorali dove i fiumi sversano in mare  fertilizzanti e altre sostanza chimiche, scatenando la crescita di alghe. Quando queste muoiono cadono sui fondali e vengono decomposte dai batteri, che consumano tutto l’ossigeno. Ad evidenziare il sensibile innalzamento dell’allarme internazionale è stata la recente ed inedita  convocazione, a Berlino, da parte della Cancelliera Angela Merkel, dei vertici delle Accademie Scientifiche dei Paesi più industrializzati per acquisire analisi, valutazioni e indicazioni  sulle criticità che minacciano il Pianeta.

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Gli impressionanti riscontri forniti dalle élite scientifiche della:

  • Royal Society of Canada
  • Académie des Sciences
  • German National Academy of Sciences Leopoldina
  • Accademia Nazionale dei Lincei
  • Science Council of Japan
  • Royal Society UK
  • National Academy of Sciences USA

saranno posti dalla Cancelliera Merkel  direttamente all’attenzione dei Capi di Stato e di Governo del G7 in programma  il 7 e 8 giugno a Schloss Elmau, in Germania.

L’allarme degli scienziati è tanto concreto quanto dettagliato e riecheggia il famoso, ma purtroppo inascoltato, “Rapporto sui limiti dello sviluppo” elaborato nel 1972.

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Le criticità più urgenti riguardano in particolare il rischio di collasso degli oceani e la resistenza agli  antibiotici delle malattie infettive.  Allarma soprattutto il proliferare delle epidemie e delle malattie tropicali  dimenticate, che colpiscono miliardi di persone, principalmente nei paesi più poveri dove sono carenti i trattamenti e le terapie.

Fra i “flagelli” che più fanno  stragi figurano l’ebola, la dengue, la lebbra, le cecità del fiume (provocata da un parassita, l’Onchocerca, che  colpisce la pelle e gli occhi). Queste malattie sono  endemiche in 149 paesi e rappresentano le più  pericolose fra le emergenze mondiali.

collasso ecosistema terra l'allarme degli scienziati al G7 di GiugnoPer scongiurare il devastante degrado degli Oceani gli scienziati evidenziano l’assoluta  necessità di bloccare l’inquinamento causato dagli scarichi di residui  della produzione e lavorazione di metalli pesanti, rifiuti plastici, residui di fertilizzanti per  l’agricoltura  ed emissioni che provocano  l’acidificazione delle acque.

Perché, questo il monito lanciato dalla scienza ai governanti del Mondo, l’Apocalisse è davvero dietro l’angolo dell’umanità.

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