Dopo aver cavalcato il boom economico e le crisi finanziarie, l’avvento e il tramonto di cinema e tv, come tutte le favole, la favola ed il sogno per eccellenza delle ragazze, quello di Miss Italia, naviga a vele spiegate anche nell’infinità del web e dei social.
“Inutile dire che Miss Italia è molto di più di una gara di bellezza: è un fenomeno di costume che racconta i cambiamenti del nostro Paese ed un grande osservatorio sul mondo femminile” afferma Patrizia Mirigliani, la manager figlia dello storico patron di Miss Italia Enzo Mirigliani, che dopo avere per anni affiancato il padre nel 2010 ha preso in mano le redini dell’organizzazione del concorso di bellezza del quale, dal 1997 al 2007. ha curato anche la direzione artistica.
- Quanto ha inciso negli anni la celebrazione della festa delle donne con l’evoluzione di Miss Italia ?
Da 80 anni il Concorso di Miss Italia premia non solo la bellezza, ma anche l’intelligenza e la cultura femminile. Premio che assume, come ogni anno, una particolare valenza in occasione della festa delle donne. Soprattutto per ribadire quanto sia importante e fondamentale tutelare e affermare quotidianamente la libertà delle donne Miss Italia dice una volta per tutte: basta criminalizzare o peggio penalizzare la bellezza. Essere belle non può essere una colpa né, soprattutto, si può trasformare in un rischio.
- Cosa unisce Miss Italia alle denunce e alla rivendicazioni dell’8 marzo ?
Il Concorso è un grande osservatorio sul mondo femminile e nel tempo, ha raccolto molte drammatiche testimonianze di sorelle, figlie, zie, nipoti che raccontano di violenze domestiche e di denunce mancate, per la vergogna e per la paura. Non possiamo fare finta di niente. La violenza non è un fatto privato ma riguarda tutti e ognuno di noi ha il dovere morale di abbattere il muro della paura perché nessuna donna che subisce violenza si senta mai più sola.
- Quali risposte concrete servono?
Sono tutti pronti a piangere le vittime, ma quando si devono dare risposte adeguate si crea un vuoto di responsabilità collettiva intollerabile. Per vincere la sfida della tutela della dignità e dell’integrità delle donne serve una profonda trasformazione culturale che però, nel nostro Paese, tarda a compiersi. Si può e si deve fare di più, soprattutto sul piano della prevenzione. Sono convinta che la chiave sia puntare su una più ampia diffusione della cultura del rispetto e dell’uguaglianza di genere, sensibilizzando le nuove generazioni.
- E Miss Italia come scende in campo?
Con #GUARDABENECHIAMI, l’iniziativa social lanciata in occasione di San Valentino, Miss Italia ha voluto dare il suo piccolo contributo perché le donne devono poter continuare a credere nell’amore. Ho immaginato lo slogan della campagna come un invito ad aprire gli occhi e a non giustificare atteggiamenti violenti che possono nascondersi nelle pieghe di una relazione sentimentale. La campagna si è trasformata in una sorta di staffetta che abbiamo voluto concludere proprio l’ 8 marzo, per il forte valore simbolico rappresentato da questa data. Ma in realtà mi auguro che possa proseguire ancora per molto tempo nelle coscienze di ognuno di noi perché il messaggio contro la violenza è un messaggio da condividere ogni giorno, con più forza e determinazione.