Pubblichiamo l’intervista rilasciata alGiornale di Sicilia dall’editorialista del Corriere della Sera Sergio Romano sull’effetto lunare di Vladimir Putinche attrae le maree populiste dell’Europa
Oggi, ma anche ieri e ancora domani. Cinque lettere continuano a spopolare su tutti i media del mondo: Putin. L’immagine e il nome del Presidente Russo campeggiano su tutti i quotidiani e i network.
A Mosca prima di partire per la Cina risponde in diretta ai telespettatori, mentre l’onda lunga della strategia politica di Vladimir Putin rimbalza da Roma a Bruxelles e dalla Nato a Washington.
E’ bastato un riferimento del neo Premier Giuseppe Conte durante il dibattito per la fiducia alla Camera, per fare intervenire il segretario generale dell’Alleanza Atlantica. Scenografie scolorite che evocano cortine di ferro, ma dimenticano le tante analoghe dichiarazioni dell’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accompagnate da visite a Mosca e incontri goliardici nella dacia di Putin. “Nessuno ammette errori occidentali che pure esistono a fronte di quelli di Mosca e che hanno risvegliato l’orso russo” afferma l’Ambasciatore ed editorialista del Corriere della Sera Sergio Romano, ricordando la dettagliata analisi delineata nel suo libro: Putin e la ricostruzione della grande Russia
Italia alla ricerca di una nuova collocazione internazionale?
“Non credo si possa parlare di isolamento. Le dichiarazioni del Premier Conte sono da considerarsi una coda della campagna elettorale e la reazione del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg sulla linea formale dell’Alleanza Atlantica era scontata. Detto questo il problema è, che a questo punto tutto si può complicare, o da parte della Nato oppure da parte Europea. Ma l’Italia non può da sola cambiare le sanzioni. Può solo annunciare che non voterà più le sanzioni ed allora in questo caso sarebbe davvero isolata.”
È pensabile che il Governo Conte – Di Maio – Salvini si opponga alla proroga delle sanzioni europee nei confronti di Mosca per l’invasione e l’annessione della Crimea? E questo cosa comporterebbe?
Se davvero l’Italia vuole mettere all’ordine del giorno la revoca delle sanzioni allora deve discuterne sia al Consiglio atlantico che al Consiglio Europeo e non può agire isolatamente, ma deve convincere gli alleati. Queste iniziative si possono prendere, ma occorre che poi ottengano dei consensi
Putin coglierà la palla al balzo?
Ad un certo punto il Presidente Russo potrebbe intravedere una prospettiva e prendere delle iniziative che diano l’impressione di un’apertura sull’Ucraina e renderebbe più facile la posizione della Germania che si è allineata alle sanzioni, ma è rimasta delusa dall’atteggiamento intransigente degli alleati. Ecco se Putin intravedesse che la posizione italiana può aprire una breccia è probabile che possa adottare iniziative per far ripartire le trattative o comunque tentare di dividere il fonte avversario.
Da dove nascono i legami fra Lega e Putin?
Partono da lontano. Per contrastare quella che a Mosca definiscono la linea aggressiva dell’Occidente, la Russia ha tentato di aggirare i governi europei, incoraggiando e alleandosi con i partiti politici nazionalisti, sovranisti e antisistema. Una strategia adottata fin da dopo il crollo dell’Unione Sovietica, quando la Nato ha iniziato ad espandersi ad est, inglobando diversi paesi dell’ex blocco comunista al confine con la Russia. A questo punto Putin ha sfruttato l’onda populista e ha incoraggiato i movimenti che per motivi economici e sovranisti contrastavano le sanzioni contro la Russia. Movimenti che guarda caso hanno avuto un crescente successo, come Marine La Pen in Francia e la Lega in Italia.
Questo fenomeno è cresciuto in molti Paesi non soltanto europei, l’idea di fondo é che il parlamentarismo non risponda alle esigenze di una società moderna. Spero che sia un’analisi sbagliata, ma l’effetto è che si guarda con una certa simpatia ai regimi dove l’uomo forte ha la necessaria autorità
Oltre allo scacchiere della Nato il nuovo Governo è atteso alla verifica della situazione mediterranea, con la Libia e l’immigrazione in primo piano. Con quali prospettive?
Il problema è diverso. Ed è intanto rappresentato da quale linea intenda seguire il nuovo governo. Quella del Mediterraneo è una partita che dobbiamo giocarci con la Francia, particolarmente in Libia, e con l’Europa per quanto riguarda gli immigrati. Il neo Ministro dell’Interno Salvini ripete che rimanderemo gli immigrati irregolari a casa, ma i Paesi d’origine non sono disposti a riprenderseli. E quindi è essenziale raggiungere specifici accordi diplomatici. Quello mediterraneo é un fronte decisivo.
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.