Primarie Pd in bilico fra referendum e franchi tiratori
L’onda lunga del 4 dicembre e la nemesi dei 101 rischiano di materializzarsi nelle urne delle primarie del Pd. Secondo proiezioni ufficiose e sondaggi riservati che circolano in Palazzi istituzionali e ministeriali, per Matteo Renzi potrebbe scattare la trappola dell’effetto referendum e dei franchi tiratori.
Se il Segretario uscente non riuscisse infatti a superare la maggioranza assoluta dei mille componenti dell’Assemblea nazionale, non potrebbe essere rieletto per acclamazione e resterebbe in mezzo al guado delle correnti. L’Articolo 9 dello statuto del Pd sancisce infatti al comma 9 che “ Qualora sia stata eletta una maggioranza assoluta di componenti l’Assemblea a sostegno di un candidato Segretario, il Presidente dell’Assemblea nazionale lo proclama eletto all’apertura della prima seduta dell’Assemblea stessa; in caso contrario il Presidente indice in quella stessa seduta un ballottaggio a scrutinio segreto tra i due candidati collegati al maggior numero di componenti l’Assemblea e proclama eletto Segretario il candidato che ha ricevuto il maggior numero di voti validamente espressi.”Un sondaggio della Ghisleri avrebbe preventivato che alle primarie del 30 aprile potrebbero partecipare fra i 4 milioni e mezzo ed i 5 milioni di votanti. Cioè circa un milione e mezzo in più rispetto alle precedenti consultazioni interne del Pd del dicembre 2013, quando Renzi prevalse su Cuperlo.
Molte interpretazioni attribuiscono questo milione e mezzo in più di votanti alle primarie all’onda lunga dei no antirenziani al referendum.
Secondo i timori che agitano il Nazareno, sommati all’effetto 4 dicembre, i fantasmi dei franchi tiratori potrebbero manifestarsi tanto nella fase delle primarie, col sotterraneo sostegno ad Andrea Orlando e Michele Emiliano in maniera da non consentire a Renzi di superare la maggioranza assoluta, quanto soprattutto all’Assemblea nazionale.
Il passaggio finale prevederebbe l’uscita allo scoperto nella fase del ballottaggio: il copione è quello dell’elezione a sorpresa alla segretaria di Orlando o Emiliano, oppure del commissariamento di fatto di Renzi.
Per ritornare alla Segreteria Matteo Renzi dovrebbe accettare due condizioni: indicare preventivamente il candidato Premier, che non potrebbe essere lui, e cedere la maggioranza dei componenti della Direzione nazionale del Pd.