Agricoltura annus orribilisTerra amara e anno nero per l’agricoltura italiana. Per chi lavora i campi è un momento difficilissimo. Dal latte, all’olio, al grano, agli agrumi: quasi sempre produzioni e colture vengono vendute sottocosto con il risultato che negli ultimi 15 anni sono fallite oltre 300 mila imprese. Si salvano soltanto i pochi che riescono a saltare la filiera distributiva.
Nel dettaglio lo scorso anno, l’agricoltura italiana ha perso lo 0,7 per cento del suo valore aggiunto, facendo registrare, dopo finanza e assicurazioni, la peggiore performance tra le attività economiche nazionali. Un dato che certifica la fase di difficoltà che sta vivendo il settore. E’ quanto rileva la Confederazione italiana Agricoltori con una analisi sui dati del Prodotto interno lordo resi noti dall’Istat.Si è chiuso, denuncia la Cia-Agricoltori italiani, un anno particolarmente difficile per le imprese agricole. Un anno nero in primo luogo per la dinamica delle quotazioni dei prezzi all’origine che, rispetto al 2015, hanno ceduto di oltre 5 punti percentuali, con flessioni particolarmente marcate nelle produzioni cerealicole (-12%) e negli oli vegetali (-18%).
Accanto a ciò, l’Eurostat ha inoltre evidenziato il peggioramento della sostenibilità economica aziendale e, in particolare, dell’indicatore che esprime il reddito reale per unità di lavoro. Secondo l’Istituto statistico europeo l’Italia, nel 2016, ha registrato una flessione dell’8 per cento, mentre, nell’Unione Europea, la contrazione media si è attestata sul 2 per cento.
Il Bel Paese occupa la ventiduesima posizione nella classifica UE, davanti soltanto a sei Stati membri e neanche il calo dei costi produttivi del 2,1 per cento rilevato dall’Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, è stato sufficiente a risollevare la redditività degli agricoltori.
E proprio su questi temi, la Cia-Agricoltori italiani concentrerà i lavori dell’VIII^ Conferenza economica, in programma a fine marzo a Bologna, dove verranno avanzate le proposte da sottoporre a Governo e Istituzioni per imprimere una svolta decisiva al settore.
Governo che col Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina prova a rilanciare: ” “Stiamo lavorando al piano Industria 4.0 per raggiungere un obiettivo ambizioso: arrivare, in 5 anni, – ha affermato Martina – ad essere paese leader dell’Agricoltura di precisione in Europa, aumentando con le biotecnologie avanzate gli ettari lavorati dall’1 al 10% della superficie coltivata in Italia“. E nel frattempo che fare ?