L’inferno del mondo a 4 zampe: le sofferenze di miliardi di cani e gatti

0
2957
Condividi

le sofferenze di miliardi di cani e gatti1

Sono miliardi i cani e i gatti che popolano il pianeta.  Grandi numeri dietro i quali, dall’Asia all’America latina, dall’Europa all’Africa, si celano indicibili sofferenze subite in silenzio, stragi e macellazioni, abbandoni e sperimentazioni, randagismo e racket criminali.

le sofferenze di miliardi di cani e gatti

In Italia gli ultimi esempi di speculazioni sulla pelle degli animali domestici riguardano le gestioni dei canili coinvolti nell’inchiesta della Procura di Roma su mafia capitale.

Complessivamente nel nostro paese i gatti abbandonati sono oltre due milioni e mezzo ed  i cani randagi circa 600mila, un terzo dei quali  rinchiusi  nei 1144 canili e rifugi  delle varie regioni.

Ammassati, malnutriti, maltrattati e spesso “ceduti” come animali da pelliccia o cavie ad aziende e laboratori di ricerche del nord Europa.

le sofferenze di miliardi di cani e gatti

Per la gestione dei randagi, i titolari di rifugi e canili privati incassano un contributo che va da 2 a 7 Euro al giorno per ogni cane.

Un business  valutato fra i 100 e i 200 milioni di euro l’anno.

Nel 2005 il Ministero della Salute ha stanziato per i cani randagi nei canili fondi per 4.271.578 di Euro.  Anche se non vi sono prove certe, parallelamente al racket dei randagi esisterebbe, inoltre,  un inconfessabile mercato nero della carne di cane e di gatto consumata dalle comunità cinesi e asiatiche, soprattutto a Roma, Milano e Prato.

le sofferenze di miliardi di cani e gatti

Sul deep web  l’oscuro mondo illegale della rete sommersa , dietro le “bufale” e i “pesci d’aprile” dei siti ufficiali,  passano  anche gli annunci  e i messaggi subliminali sulla  vendita di partite di carne di cani e gatti e di cuccioli da macellare.

Nelle periferie di Roma si sta diffondendo, intanto, la singolare speculazione dei ricongiungimenti.

La riconsegna, cioè,  dei cani smarriti accalappiati come randagi e finiti nei canili. La prova è stata fornita da  un sindacalista al quale per tre volte è scomparso il cane. Puntualmente lo ritrovava al canile e pagava per la riconsegna  una modesta  somma per  “il ricovero”.

Mesi dopo però,  ad un controllo veterinario,  il cane del sindacalista é risultato intestato al Comune perché il canile lo aveva segnalato all’Amministrazione Capitolina come randagio e continuava a incassare  il previsto contributo…

le sofferenze di miliardi di cani e gatti

 

Facebook Comments
Condividi