#M5Stelle: il partito dei Sindaci i salsa Di Maio
E’ nata la giunta Raggi o si é reincarnata la Dc?
Due domande, una constatazione: dalle doglie, al parto, al taglio del cordone ombelicale, la nuova amministrazione capitolina é venuta platealmente alla luce con lo storico metodo Cencelli.
Basta questo per certificare la metempsicosi, desueto termine filosofico che rende concretamente l’idea della trasmigrazione dell’anima democristiana nel movimento di Beppe Grillo? Cioé la quintessenza della perpetuazione e della suddivisione del potere innestatosi nei vaffa day originari dei 5 Stelle?
Secondo gli esperti di semantica politica non ci sarebbero dubbi. La contaminazione del potere ha cambiato l’essenza dei grillini. Lo dimostrano i fatti e l’evoluzione della dialettica politica dei Cinque Stelle. M5S non è più un movimento, ma un partito.
Il partito, dall’accezione ideologica del dopoguerra all’evoluzione mediatica che corre sull’etere e sul web, interagisce sul piano politico: elabora programmi di governo e ne verifica il consenso degli elettori.
Il movimento é invece connotato da specificità sociologiche e rappresenta un’insieme di cittadini di varia estrazione politica che si mobilitano per rivendicare maggiore democrazia, trasparenza e partecipazione nella gestione della cosa pubblica.
La mutazione genetica di un movimento in partito é determinata dalla reale capacità di dominare nella gestione delle istituzioni l’impatto col “potere”.
E la parcellizzazione degli assessorati della giunta Raggi secondo la “portata” elettorale degli originari gruppi di opinione del movimento, evidenzia che il dibattito e le opinioni si sono trasformate in correnti. Gruppi di potere con un Dna inequivocabilmente democristiano, come dimostra l’adozione del sistema di spartizione percentuale ideato da Massimiliano Cencelli, il dirigente della Balena Bianca assurto a unità di misura del sottogoverno.
Ecco, oltre al ruolo di padre-fondatore e di deus ex machina di Beppe Grillo, a chi fanno capo le principali correnti dei neo democristiani pentastellati:
- Sindaci in progress. Chiara Apendino, Virginia Raggi e probabilmente anche il primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, e tutti i sindaci 5 Stelle hanno di fatto costituito un notevole blocco d’aggregazione. L’obiettivo è quello di affrancarsi dalla ingombrante curatela del “direttorio”.
- Luigi Di Maio–di lotta e di governo. In marcia su Palazzo Chigi al passo di indici di gradimento che marcano sempre più il vantaggio su Grillo e nei confronti dello stesso Renzi, il Vice Presidente della Camera controlla lo snodo essenziale degli enti locali. L’abilità dialettica con la quale monopolizza il dibattito mediatico e sui social lo pone, consapevolmente o meno, in rotta di collisione col fondatore del movimento-partito, ma non col figlio ed erede di Gianroberto Casaleggio, Davide.
- Roberta Lombardi-sister. Famosa per il piglio d’esordio come capo gruppo a Montecitorio ha un vasto seguito elettorale nella Capitale, tanto che il suo candidato Marcello De Vito è stato il più votato delle amministrative romane. Forte di un crescente peso specifico ha chiesto e ottenuto l’intervento di Grillo e imposto alla Raggi scelte e rinunce. In un ipotetico governo grillino le verrebbe assegnato il ministero delle Regioni.
- Paola Taverna-la gladiatrice. Famosa per tweet e post veraci la senatrice ha letteralmente fatto vedere le stelle alla neoeletta Sindaco. Si muove con cautela e punta al ministero delle Pari Opportunità.
- Alessandro Di Battista– Strurmtruppen. Vanta su Facebook un milione 143 mila 920 like, equivalenti in voti a due tre deputati. Conta sull’appoggio del Presidente della Commissione di Vilanza Rai, Roberto Fico. Aspira al ministero dei beni culturali, ma potrebbe rappresentare l’alternativa alla premiership di Luigi Di Mao.