Con quanti zeri si scrive un trilione di dollari? Cioè un miliardo di miliardi di dollari, l’equivalente del fatturato annuo dell’emergenza ‘ndrangheta?
Come i siciliani contro cosa nostra, i giovani calabresi che si ribellano contro la ‘ndrangheta e scendono in piazza per applaudire e schierarsi accanto ai magistrati e agli investigatori che la combattono con sempre più efficacia, considerano le ‘ndrine un cancro e una maledizione dell’umanità.
Definizione terribile, ma che operativamente è sottodimensionata rispetto all’impatto apocalittico che la ‘ndrangheta sta avendo in Italia e sul piano internazionale. Un impatto criminale con un fatturato annuo di un trilione di dollari, cioè un miliardo di miliardi di dollari.
Da un decennio la ‘ndrangheta è infatti l’iceberg criminale più grande del mondo, invisibile come l’altra faccia della luna.
Lo ha drammaticamente evidenziato la recente maxi operazione, con 334 arresti, condotta dal Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e dal Reparto operativo dei Carabinieri. Inchiesta che ha delineato fin dove arrivavano i tentacoli di una delle cosche del Vibonese: dalla politica alla massoneria, dalle istituzioni ai canali finanziari.
Un coacervo criminale sullo sfondo del grande business del narcotraffico e del riciclaggio internazionale dei miliardi di euro della coca connection, monopolizzata dalla ‘ndrangheta.
Il narcotraffico ha trasformato la ‘ndrangheta nell’Internet della criminalità globale.
Esattamente come la rete, la ‘ndrangheta calabrese ha totalmente esautorato cosa nostra e si è trasformata nella più pericolosa, spietata, agguerrita, ramificata ed estesa organizzazione criminale planetaria.
Il contagio delle ‘ndrine non ha più confini. “Molecole criminali che schizzano, si diffondono e si riproducono nel mondo”, le ha definite l’ex Presidente della Commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione.
Cosa l’ha reso cosi potente, molto impermeabile alle indagini e soprattutto così ramificata nel mondo ?
Alla base della ‘ndrangheta c’è una ferrea organizzazione familistico-militare, con le modalità di una mafia liquida, suadente pronta a corrompere tutti, che si infiltra ovunque ed è in grado di replicare in tutti i contesti il medesimo antico, elementare, efferato ed efficace modello organizzativo. Esattamente come le grandi catene internazionali di fast food, la ‘ndrangheta attua in tutto il mondo l’identico metodo criminale.
Una pervasività che le ha consentito in pochi anni controllare il narcotraffico mondiale. I cartelli dei narcos messicani e sud americani ed i signori della droga del sud est asiatico gestiscono in pratica soltanto la produzione di cocaina ed eroina: la ‘ndrangheta controlla il trasporto, piazza le partite, incassa e ricicla.
Un business stratosferico, che secondo le Nazioni Unite supera annualmente il trilione, cioè il miliardo di miliardi di dollari.
Una valanga di denaro cash non tracciabile in grado di condizionare Stati, Governi, fondi sovrani e mercati finanziari.
Un fiume di narcodollari che viene riciclato, con una organizzazione manageriale apparentemente pulita e legale, acquistando e gestendo banche, network sanitari e farmaceutici, reti di trasporto, infrastrutture aeroportuali, linee aeree, alberghi e complessi turistici, catene di gioiellerie, di ristoranti, di pizzerie di supermercati, club sportivi sparsi per il mondo, agenzie pubblicitarie, trust di canali televisivi, siti web e di e commerce. E tanto altro. A cominciare dal “pianeta” giochi & scommesse.
Un universo criminale che fa della ‘ndrangheta l’indiscussa number one del crimine totale, tanto da rappresentare una emergenza mondiale come denuncia da anni il Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri.
Che fare allora? Per lo Stato é possibile vincere la guerra contro la ‘ndrangheta, come è stato fatto contro la mafia?
Si, certo che è assolutamente e immancabilmente possibile! Basterebbe intanto:
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Ampliare il contrasto sul piano internazionale, cominciando a riproporre l’alleanza operativa, investigativa e giudiziaria con gli Stati Uniti, come quella contro cosa nostra. Oltre all’Europa, gli Usa sono infatti il principale mercato del narcotraffico gestito dalla ‘ndrangheta.
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Monitorare con i satelliti e intercettare con l’intelligence, fin dalla partenza in America Latina e nel Sud est asiatico, i carichi di coca e di eroina destinati all’Europa e al nord America. La droga giunge a destinazione attraverso le rotte e i mezzi più svariati: camion, navi, aerei, treni, sommergibili, spedizionieri internazionali, ecc. Non è impossibile creare più cinture concentriche di controllo.
Il narcotraffico non è il proibizionismo di alcol: è letteralmente la fine dell’umanità e della democrazia. E’ l’inizio della mostruosa dittatura criminale della ‘ndrangheta. Con un contesto da macelleria messicana.