Da Manchester il terrorismo islamico torna a colpire l’Europa Strage terroristica. Strage del fondamentalismo islamico. Mentre si contano ancora le decine e decine di vittime e di feriti dell’esplosione nell’Arena di Manchester, la più grande arena indoor d’Europa, con una capienza di oltre 21.000 posti, la North west Counter terrorism unit e Scotland Yard stanno seguendo la pista di due collegamenti con il Daesh, il sedicente stato islamico.
La prima pista riguarda una eventuale vendetta per l’esercitazione antiterrorismo compiuta il 12 maggio del 2016 dalla Greater Manchester Police. Esercitazione che ha provocato la protesta del British Muslim Heritage Centre e della locale comunità islamica, infuriata perché si utilizzava un finto kamikaze che gridava Allah Akbar. Gli investigatori britannici stanno scandagliando tutto il traffico della rete riguardante l’area metropolitana di Manchester.
L’altro collegamento riguarda direttamente l’Isis che nell’ottobre del 2014 ha decapitato il 47enne cittadino di Manchester David Henning, volontario di una organizzazione umanitaria specializzata nei soccorsi all’infanzia e ai giovani.
L’attentato sarebbe stato intenzionalmente mirato a colpire i giovani e i giovanissimi che affollavano il concerto di Ariana Grande, pop star americana 24enne, rimasta illesa dall’esplosione avvenuta nella zona del foyer.La strage di Manchester fa ripiombare l’Europa nell’incubo del terrorismo fondamentalista. Terroristi che sembrano seguire strategie improvvisate, che sfruttano l’effetto sorpresa, ma che spesso utilizzano la tattica diversiva di attacchi che servono a spostare l’attenzione, e la prevenzione, in aree lontane dagli obiettivi che si intendono successivamente colpire.