#Olimpiadi e dintorni. Sulla pelle di Roma e dei romani
Tre parole chiave: mattone, irresponsabile, pretesto.
Ventinove lettere per far cancellare Roma da capolista delle capitali candidate alle #Olimpiadi del 2024. Tre parole che rimbalzano sui network di tutto il mondo con altrettanti punti interrogativi: cosa c’è dietro il no del Sindaco della Capitale alla più ambita e attesa kermesse dello sport mondiale?
No alle olimpiadi del mattone, no alle scelte irresponsabili e ai pretesti per nuove colate di cemento, ha detto, urbi et orbi, in streaming mondiale la prima cittadina plebiscitariamente votata dai romani.
La sfida, anzi lo schiaffone, pubblicamente rifilato al Presidente del Coni, Malagò, e a tutti i mammasantissima dei poteri forti, avvia l’assedio permanente alla Giunta Raggi.Umiliati e derisi in diretta tv, i cosiddetti poteri potenti hanno già lanciato il piano B.
Il piano A prevedeva un attacco dall’ alto con schermaglie e dimissioni a catena di pezzi dell’amministrazione. Il piano B contempla uno choc dal basso, con un crescendo di difficoltà per trasporti, viabilità, personale, servizi, sanità comunale, rifiuti. Settori cardine che condizionano la vivibilità della Capitale.
L’obiettivo sarebbe quello di fare terra bruciata attorno alla giunta, isolare e destabilizzate anche psicologicamente Virginia Raggi. Una guerra a colpi di mattoni, irresponsabilità, pretesti. Ventinove lettere, tre parole chiave. Usate all’inverso.
Faide politiche e lotte di potere all’ombra di cinque cerchi e cinque stelle, che usano Roma come campo di battaglia e i romani come carne da macello.