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Per Trump dopo le accuse iniziano a piovere anche le condanne

Pubblichiamo la sintesi dell’articolo del New York Times che sottolinea la gravità e l’importanza della condanna per truffa sistematica di Donald Trump. Una condanna che potrebbe compromettere definitivamente la ricandidatura alla Casa Bianca dell’ex Presidente.Per Trump dopo le accuse iniziano a piovere anche le condanne

Per Trump dopo le accuse iniziano a piovere anche le condanneLa scoperta da parte di un giudice in una causa civile a New York che Donald Trump ha commesso una frode nella valutazione delle sue proprietà immobiliari sconvolge l’intera narrativa imprenditoriale che lo ha lanciato in politica.

Negli ultimi anni quasi ogni aspetto della vita e della carriera di Trump é stato messo ed é sotto inchiesta da parte del sistema giudiziario. Attualmente l’ex Presidente é imputato di accuse penali in quattro giurisdizioni ed é stato ritenuto responsabile in una causa civile per un’imputazione che una giuria ha ritenuto essere di natura sessuale riguardante abusi che ha commesso decenni fa.

Ma la sentenza di martedì di un giudice dello Stato di New York secondo cui Trump ha commesso una frode gonfiando il valore delle sue proprietà immobiliari va dritta al cuore dell’identità che lo ha reso una figura nazionale e ha lanciato la sua carriera politica.

Definendolo di fatto un imbroglione, la decisione del giudice Arthur F. Engoron nel procedimento civile ha minato la narrazione incessantemente promossa da Trump su sé stesso come maestro del mondo degli affari, ergendosi ad un protagonismo che ha usato per cucirsi addosso una statura popolare. Falsi meriti che gli hanno dato la spinta per raggiungere la Casa Bianca.

Per Trump dopo le accuse iniziano a piovere anche le condanne
Il giudice Arthur F. Engoron

La sentenza di New York é l’ultimo notevole sviluppo che mette alla prova la resilienza di Trump tutto proteso nel tentativo di vincere nuovamente le elezioni nonostante il peso delle prove contro di lui in casi che abbracciano i suoi anni come costruttore di New York, la sua campagna del 2016, i suoi sforzi per ribaltare la sua sconfitta elettorale del 2020 e la gestione dei dossier segreti della sicurezza nazionale dopo aver dovuto lasciare l’incarico.

L’inchiesta federale che lo accusa di aver complottato per mantenere il potere nonostante la sconfitta alle urne tre anni fa lo dipinge come una minaccia per la democrazia, così come un analogo procedimento in Georgia. Il caso dei documenti riservati lo dipinge come disposto a ostacolare la giustizia per nascondere una sconsiderata inosservanza delle leggi che regolano il trattamento di tali documenti. Un’altra accusa a New York riguardante i pagamenti nascosti a una porno star nelle fasi finali delle elezioni del 2016 fornisce prove del tipo di imbroglio politico che lui invece dichiara di voler sradicare a Washington.

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Il Tribunale civile della Contea di New York

Finora nessuno di questi casi ha danneggiato in modo evidente la campagna di Trump nella corsa per la nomination presidenziale repubblicana, dove i sondaggi confermano che sia in vantaggio con ampi margini. In effetti, i sondaggi mostrano che le accuse hanno consolidato il suo sostegno tra i repubblicani.

Resta da vedere se l’effetto della sentenza del giudice Engoron sarà diverso perché mette su un piano inclinato sia l’immagine pubblica di Trump che il suo impero economico.Per Trump dopo le accuse iniziano a piovere anche le condanne

L’ex presidente ora si trova di fronte non solo alla prospettiva di dover pagare 250 milioni di dollari di danni, ma potrebbe anche perdere proprietà come la Trump Tower che sono indissolubilmente legate alla sua immagine.

Trump, in un lungo post sul suo sito, ha definito la sentenza sulla frode “ridicola e falsa” e ha affermato che la decisione é stata un attacco politico contro di lui nel bel mezzo della campagna presidenziale.

In tutte le recenti traversie legali di Trump, le sue tipiche tattiche di autoconservazione lo hanno ampiamente deluso. Quando viene messo alle strette, Trump ha tradizionalmente cercato di uscire dai guai con la forza, ricorrendo a esagerazioni o vere e proprie bugie per scappare.

Questi metodi gli sono stati utili negli affari e nelle arene politiche, dove spesso c’è un prezzo relativo da pagare per la distorsione della verità e dove gli elettori tendono a non distinguere. Questi metodi, però, sono stati finora molto meno efficaci nei tribunali, che operano secondo rigorosi standard di veridicità e regole serie e sobrie.

In termini diretti, il giudice Engoron ha bucato la bolla di falsità protettive di Trump sul modo in cui conduceva i suoi affari. “Nel mondo degli imputati”, ha scritto il giudice Engoron, “gli appartamenti con affitto regolamentato sono gli stessi degli appartamenti non regolamentati; la terra vincolata vale quanto la terra non vincolata; le restrizioni possono evaporare nel nulla”. “Questo è un mondo fantastico”, ha continuato il giudice, “non il mondo reale”.Per Trump dopo le accuse iniziano a piovere anche le condanne

L’altra arma scelta da Trump – il bullismo nei confronti dei suoi avversari – non ha dato migliori risultati nei tribunali. Questo mese, i pubblici ministeri federali hanno chiesto al giudice che supervisionava il suo caso di interferenza elettorale federale di imporgli un ordine di silenzio, citando i suoi attacchi “quasi quotidiani” sui social media contro le persone coinvolte nel procedimento e le minacce che stavano generando.

Trump ha ignorato un avvertimento da parte del giudice di quel caso, Tanya S. Chutkan, di prestare attenzione a ciò che affermava riguardo ai testimoni, ai pubblici ministeri e ai potenziali giurati nel caso. Ma se pensava di poter semplicemente superare l’ammonizione del giudice, i pubblici ministeri hanno scoperto il suo bluff. Ora Trump si è messo in quella che potrebbe essere una rotta di collisione con il giudice, che potrebbe portare a frenare le sue dichiarazioni pubbliche nel bel mezzo della sua campagna presidenziale.

Trump è vincolato dallo stesso sistema che spesso usa per cercare di ostacolare l’opposizione: i tribunali. Negli ultimi due anni, Trump ha intentato una valanga di azioni legali contro reti di informazione, critici politici e persino il comitato del Premio Pulitzer. Molti di questi casi sono stati archiviati.Per Trump dopo le accuse iniziano a piovere anche le condanne

Ma la decisione del giudice Engoron lascia intendere una caratteristica che da tempo definisce la personalità e l’approccio di Trump al fare affari. Ha sempre cercato di creare la propria realtà, spesso facendola franca, fino a un certo punto. In una causa del 2006 intentata da Trump contro il giornalista Timothy O’Brien, autore del libro “TrumpNation: The Art of Being The Donald”, ( il Trump nazionale: l’arte di essere Donald) , in cui si stimava che il patrimonio netto di Trump non fosse superiore a 250 milioni di dollari.

Il futuro  presidente ha fatto una deposizione ed ha fatto una dichiarazione sorprendente su come calcola il valore delle sue partecipazioni: “Il mio patrimonio netto fluttua, e va su e giù con i mercati, con gli atteggiamenti e con i sentimenti, anche i miei stessi sentimenti, ma ci provo”, ha detto Trump. Ma alla fine un giudice ha respinto la sua causa.Per Trump dopo le accuse iniziano a piovere anche le condanne

 

 

 

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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