PAGINE
Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Antonino Cangemi
Chi fa politica deve avere “visione”. Vale a dire capacità di guardare e gestire l’oggi con gli occhi rivolti al domani, di sapere proiettare il suo agire oltre la siepe. Un politico che aveva certamente “visione” era Piersanti Mattarella, il Presidente della Regione Siciliana assassinato a Palermo il 6 gennaio del 1980 da killer e da contesti criminali, mafiosi ma non solo, ancora oggi tanto misteriosi quanto impenetrabili.
A 40 anni dalla sua uccisione, il Pozzo di Giacobbe, una casa editrice indipendente siciliana d’ispirazione cattolica, ne ricorda la figura in un interessante saggio, “Pier Santi Mattarella. La Persona, il Politico, L’Innovatore” curato da Antonio La Spina, ordinario di Sociologia giuridica, della Devianza e Mutamento sociale alla Luiss di Roma.
Il saggio (226 pagine, 22 euro) raccoglie una ventina di testimonianze di politici, studiosi, giuristi, uomini di chiesa che gli sono stati vicini e che hanno percorso un tratto del tragitto della loro esistenza accanto a Mattarella. Testimonianze di prima mano, perciò, dirette, compresa quella del giovane nipote Andrea per il quale nulla ricorda con più efficacia la vita di Pier Santi Mattarella quanto le parole incise nella sua lapide commemorativa a Palermo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la mia fede”.
A parte ciò, che costituisce già un pregio, il libro si fa apprezzare perché i diversi scritti che lo compongono, lungi dall’accavallarsi gli uni agli altri – come non di rado accade in volumi collettanei – hanno ciascuno un taglio autonomo e ciascuno aggiunge qualcosa di più e di differente sull’uomo e sul politico. Il che contribuisce a offrire – e in questo tanto merito è da riconoscersi al curatore – un quadro pressoché completo della figura di Mattarella: pressoché, e non totalmente, perché in ciascun uomo, e ancor più in un uomo dalle mille e ricche sfumature come il compianto politico siciliano, vi sono tante fisionomie e sfaccettature impossibili da rappresentare in un libro.
Il saggio – aperto dalla prefazione di Padre Bartolomeo Sorge e dall’introduzione di Alessandro Pajno, Presidente emerito del Consiglio di Stato e chiuso dalla postfazione del teologo Sergio Tanzarella – è diviso, come evidenziato nel sottotitolo, in tre parti: la prima dedicata alla Persona, la seconda al Politico, la terza all’Innovatore. La distinzione risponde a un criterio sistematico dettato da esigenze editoriali: in realtà la persona, il politico, l’innovatore in Mattarella costituiscono un tutt’uno e sono difficili da scorporare da un’identità che nel suo complesso li assorbe.
Come si diceva, ciascun intervento predilige un aspetto della figura di Mattarella. Sicché – soffermandosi di più sulla sua formazione politica – Pierluigi Castagnetti mette in risalto il “cattolicesimo democratico” di Mattarella accostandolo ad altri martiri di quel credo politico: Aldo Moro, Vittorio Bachelet, Roberto Ruffilli.
Eugenio Guccione sottolinea le radici sturziane del suo pensiero. Rosanna Marsala pone l’accento sull’eredità da lui raccolta della lezione di Giorgio La Pira. Mentre, prendendo di mira la sua esperienza politica, Giorgio Balzoni traccia un parallelo con Moro, di cui Mattarella stava per raccogliere il testimone. Salvatore Butera – che ne fu consigliere economico, ma soprattutto amico personale – osserva “la Sua ferma volontà di rimanere in Sicilia” malgrado la sua indubbia statura nazionale.
Andrea Piraino mette in rilievo il suo “meridionalismo” che fa leva piuttosto che in un rivendicazionismo fine a se stesso in un rinnovato spirito etico (la politica delle “carte in regola”).
Molto interessante è la nota di Guido Corso nella quale sono illustrate alcune lungimiranti innovazioni legislative promosse da Mattarella sia da assessore regionale al Bilancio sia da Presidente della Regione. Così pure quella di Salvatore La Rosa che rimarca la sua predisposizione al dialogo, anche con le nuove generazioni.
Il contributo di La Spina ha un taglio più spiccatamente sociologico: partendo da una dissertazione sulla leadership in politica, rileva come Mattarella sia stato un leader credibile per la sua coerenza e forza morale che lo hanno condotto a fronteggiare senza remore la mafia e per la sua attitudine alla pianificazione e al nuovo. Lo stesso La Spina firma l’intervista a Leoluca Orlando che, giovanissimo, fu suo consigliere giuridico, e che ricorda diversi momenti di quella esperienza per lui formativa come poche.
Leggendo le pagine di “Pier Santi Mattarella. La Persona, il Politico, l’Innovatore” si è catturati da più di un rimpianto. Il rimpianto per una stagione politica breve e densa che, se non interrotta tragicamente, avrebbe potuto gettare le basi per il riscatto di una terra, la Sicilia, vittima della mafia e della cattiva politica. Il rimpianto per uomini dal rigore e dalla lungimiranza di Mattarella così rari nell’attuale panorama politico.